Ciclovia: la montagna si è già ribellata
La strada per i ciclisti appesa alle rocce a picco sul Lago di Garda che la Provincia autonoma di Trento ha progettato ed intende realizzare sulle falesie più belle d’Italia, si è rivelata molto più pericolosa di quanto le valutazioni di impatto avevano stabilito.
La grande frana caduta il 16 dicembre tra Limone e Riva del Garda, con migliaia di metri cubi di roccia crollati fragorosamente nel lago, dimostra in modo ulteriore il forte azzardo, l'illogicità e l’irrazionalità dell’idea di appendere a quelle labilissime pareti rocciose una pesantissima struttura d'acciaio per sostenere la "pista" per i turisti in bicicletta.
Chi si assume la responsabilità di proseguire con tale assurdo, devastante e onerosissimo progetto? Il requisito della sicurezza della ciclovia è elemento essenziale ed imprescindibile ai fini dell'inserimento della stessa nel Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche, ma soprattutto è un tema che ogni progetto deve garantire, particolarmente se trattasi di intervento pubblico. Prima il rispetto dei luoghi, la tutela della vita delle persone e poi le spensierate pedalate!
La sezione trentina di Italia Nostra, insieme a Brescia e Verona, hanno svolto un lavoro incessante di approfondimento, illustrazione e sensibilizzazione rivolto alle amministrazioni pubbliche e alla cittadinanza, per allertare tutti sulle grosse problematiche insite in questo progetto. Con il Coordinamento per la Tutela del Garda hanno prodotto una esauriente documentazione, analisi, approfondite riflessioni, confutazioni, rese pubbliche tramite stampa, conferenze, incontri pubblici.
L’amministrazione provinciale trentina fino ad ora è rimasta ostinatamente ancorata a soluzioni che nelle altre Regioni sono state bocciate dalle relative Soprintendenze. C’è voluto l’intervento della Natura stessa per rendere palese ciò che già era evidente. La montagna si è già ribellata!
Italia Nostra chiede alle amministrazioni proponenti di recedere da questa pericolosa decisione: dopo tutto il percorso destinato a questa mobilità è già sufficientemente ampio e vario e può essere completato mediante un'adeguata offerta intermodale alternativa, la suggestiva “via d’acqua”, incentivando le corse dei battelli di Navigarda. Italia Nostra chiede ed attende perciò dal Presidente Fugatti una chiara e precisa determinazione in merito.