Lettera aperta al Vescovo di Trento
Ci rivolgiamo a lei come attivisti dell'Assemblea Antirazzista di Trento per chiederle un aiuto concreto alle persone, in massima parte richiedenti asilo, che si trovano
oggi prive di alloggio nella nostra città, e quindi prive di un posto al caldo in un dormitorio nei mesi più freddi dell'anno. Da settimane queste persone cercano con dignità di far sentire la propria voce. Le abbiamo accompagnate due volte sotto il Comune di Trento e la sede della Provincia. Chi di noi ha potuto, ha aperto ad alcuni le proprie case, altri li hanno assistiti nelle pratiche burocratiche e in ospedale, perché vi è chi ha una condizione di salute precaria e ogni giorno c'è qualcuno che si ammala.
Abbiamo cercato di elaborare e proporre possibili soluzioni e una sembra infine delinearsi, secondo quanto ci viene riferito dall'amministrazione comunale: la possibilità che il Centro Astalli metta a disposizione degli operatori per tenere aperto un nuovo dormitorio da inizio gennaio. Questa sarebbe una prospettiva che andrebbe incontro nel concreto a dei bisogni primari, e di gran lunga più adeguata del ricovero in container o in sale circoscrizionali previsti per l'emergenza freddo solo quando nevica o la temperatura scende sotto i -4/-5 gradi. Quello che manca ad ora è lo stabile adeguato, disponibile da gennaio a fine marzo. Una mancanza a cui potrebbe ovviare la sua Diocesi mettendo a disposizione alcuni immobili dell'ex convento dei Frati Cappuccini in via delle Laste. Questa la richiesta che le sottoponiamo.
Ci teniamo a chiarire che non è nostra intenzione con questa lettera aperta cercare di sovraccaricare la Diocesi quando le responsabilità delle istituzioni vengono meno, in seguito allo smantellamento del sistema d’accoglienza iniziato ormai 5 anni fa. Da quando abbiamo iniziato ad operare nel 2018, abbiamo sempre ricordato come la situazione delle persone costrette a dormire sotto i ponti, nei parchi e in strada sia il risultato delle politiche attuate dalle istituzioni pubbliche, in primis dalla Provincia. Ma sappiamo anche che, per superare quella che lei, nella sua intervista a Il T del 21 dicembre 2023, ha definito la "narrazione irreale dell’invasione", non bastano gli appelli e le prese di posizione. Occorre mostrare e praticare un'alternativa concretamente operante rispetto alla politica dell'esclusione e della negazione dei diritti
umani. Nel nostro piccolo, ci proviamo in diverse forme: ospitando chi è senza alloggio nelle nostre case e presso il centro sociale Bruno, attivando insieme a tanti volontari una scuola di italiano, sportelli di consulenza legale, ricerca lavoro e casa, accogliendo fratelli e sorelle che arrivano da altre parti del mondo.
Sappiamo, quindi, che non è facile costruire alternative concrete e possiamo immaginare quale pressione l'ingiustizia sociale vigente in Trentino stia determinando sui fondi, le strutture e l'impegno della Diocesi. Molte delle persone che incontriamo ci raccontano del sostegno che viene dato loro dalla comunità.
Non è pertanto con leggerezza o senza renderci conto di quanto viene fatto nel quotidiano che chiediamo alla Diocesi un nuovo apporto all’accoglienza, ma con la convinzione che il Vostro importante aiuto ed esempio concreto possa essere decisivo per consentire alle persone in strada di superare un momento difficile e possa contribuire ad aiutare la società trentina tutta a sciogliere le tensioni da lungo tempo accumulate, a ritrovare una più umana e
razionale percezione della realtà e la fiducia nel proprio futuro.
La ringraziamo per l'attenzione e le auguriamo un buon Natale e felice anno nuovo.