Casa di riposo cercasi
È stata annunciata all’ospedale di Tione, con molta enfasi e la grancassa dei media, presenti i vertici della sanità trentina, l'apertura della struttura di cure intermedie (8 posti letto... ) come panacea alle carenze della sanità e assistenza in Giudicarie.
Tralasciano di dire che prima lì dentro era operativa una Rsao (Residenza sanitaria assistenziale ospedaliera) che bene o male tamponava le esigenze dei molti bisognosi di cure e assistenza in strutture specifiche. Gestita da privati, foraggiati dal pubblico. Dimenticano anche di dire che quella fu la risposta minima alla richiesta “forte” di realizzare una casa di riposo per la Busa di Tione. Esigenza che fu portata avanti con forza dal circolo pensionati di Tione negli anni ’90. Fu anche approvato dal Comune di Tione (delibera Consiglio comunale 42/94) un accordo di programma per la realizzazione della “Casa Albergo per anziani non autosufficienti” atta ad ospitare anziani prevalentemente non autosufficienti, circa 60 soggetti. L’idea e i progetti furono accantonati e sostituiti dalla Rsao che vide la luce nel 2001.
Ora le esigenze della comunità sono aumentate rispetto agli anni novanta, nelle Rsa i posti sono esauriti e molte famiglie sono in enormi difficoltà.
Perché non pensare ad una casa di riposo per la Busa?
A Bolbeno c’è una struttura, attualmente sottoutilizzata, con un ampio parco, la pensione Cernuschese. Perché non acquisirla e farne una struttura di assistenza per anziani? Non ci sono i fondi? Per la pista più bassa della nazione, negli anni, si sono trovati decine di milioni di euro, per la salute il benessere degli anziani non ci sono? L’assessore che ne pensa?
Mi si consenta per concludere citare una riflessione che dovrebbe farci pensare: “Entriamo in quella casa di riposo e non vediamo che un sacco di ospiti lì seduti. Sguardi assenti, sorrisi tristi. Li liquidiamo definendoli semplicemente... beh, vecchi. Persone finite, che non meritano più che ci si preoccupi di loro. Eppure dietro quegli sguardi ognuno di loro ha avuto una vita, ha una storia da raccontare. Di dolore, amore, speranza, disperazione. Tutte le sensazioni che proviamo anche noi. Diventare vecchi non li rende meno umani, o meno reali. E inoltre, domani ci saremo noi al posto loro, li seduti a guardare i giovani che ci liquidano definendoci... beh, vecchi. E come ci sentiremo?”