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QT n. 7, luglio 2021 Servizi

QT, i No-Vax e la democrazia

Sull’argomento, dopo il nostro ultimo editoriale, abbiamo ricevuto diversi interventi, probabilmente indicativi di quanto sia sentito il tema, che noi peraltro riteniamo molto importante e troppo sottovalutato. Pubblichiamo e commentiamo una di queste lettere critiche

Lucio Maccani

Caro direttore, stavolta, nel suo editoriale su Questotrentino di giugno, dedicato ai no-vax ritengo l’abbia fatta, come si dice, decisamente fuori dal vaso.

Già il titolo la dice lunga, con quel no-vax, che vorrebbe identificare una categoria di persone ignoranti e anti-scienza che non esiste, se non in una categorizzazione di comodo di chi crede di stare dalla parte della ragione assoluta.

In quella categoria lei colloca in questo modo tantissime persone come il sottoscritto, che credono che il covid-19 esista e sia un problema serio, che credono nell’assoluta utilità dei vaccini tradizionali (quelli per malattie endemiche e testati per anni prima di essere usati sull’uomo), che hanno una formazione scientifica solida, ma che si permettono di mettere in dubbio (che colpa tremenda!!) il modo in cui è stata affrontata la pandemia.

Per non essere lungo e noioso, non voglio qui entrare nel merito della questione, ma se servisse ho dati e statistiche ufficiali a supporto delle mie idee in merito.

Solo un paio di note: la prima riguarda la sua ironia sulle Big Pharma, “note criminali”. Le rammento che, solo a titolo di esempio, Pfizer è la società farmaceutica più multata e condannata a livello internazionale per illeciti di ogni tipo e genere.

La seconda riguarda l’opera costante e continua da un anno in qua di denigrazione di chiunque metta in dubbio le certezze (peraltro molto ondivaghe) dei vari organismi internazionali, arrivando a dare del rincoglionito a Luc Montagnier (premio Nobel in medicina pochi anni fa), colpevole prima di aver detto che il virus non ha origine naturale (cosa che adesso invece è ritenuta più che plausibile) e poi di porre dei dubbi sui vaccini covid.

Sorvolo su tante altre questioni. Mi preme invece toccare il tema della democrazia, di cui lei espone una visione davvero strana, arrivando a richiedere censure e punizioni per chi diffonda notizie false, senza però dire chi dovrebbe decidere sulla verità delle notizie stesse. Una cosa infatti sono le offese, le istigazioni al razzismo o reati del genere, ma arrivare a pensare di censurare e punire chi semplicemente pone dubbi non credevo fosse nelle sue corde.

Fuori dal tema Covid, temo che lo stesso Questotrentino avrebbe avuto i suoi problemi nel corso degli ultimi 30 anni, se qualche “ente superiore” avesse potuto giudicare sulle verità delle notizie riportate e quindi censurarle o peggio.

Da ultimo, ma in testa per gravità, rilevo la sua affermazione sulla necessità che “la popolazione debba essere educata”. Già l’affermazione mi spaventa di suo, ricordandomi eventi del passato, ma se devo metterla sul personale, avendo un buon background culturale e scientifico e, permetta, perfino una buona conoscenza dei meccanismi della comunicazione mediatica in generale e della rete in particolare, mi sento offeso dal pensiero che qualcuno ritenga che io debba essere educato (o rieducato..?), perché ascolto voci alternative, penso, e pongo dubbi.

Lucio Maccani

Caro Maccani, rispondo a lei come ad altri che, per mail e sul nostro sito, hanno espresso analoghi duri dissensi dal mio ultimo editoriale.

Mi sembra che, in buona parte, non ci siamo capiti; e per altra parte diamo pesi diversi a fatti che entrambi conosciamo.

Mi spiego. Ritengo legittimo, anzi positivo, che ci sia chi pone interrogativi sulle politiche sanitarie di questi mesi. Non condivido l’idea del “siamo in guerra e quindi dobbiamo remare tutti nella stessa direzione”. Pertanto i dubbi su vaccini prodotti e testati a tambur battente, di cui non si possono conoscere gli effetti a lungo periodo, sono per me del tutto legittimi. Come legittima è la critica sull’insufficiente rilievo dato alle cure possibili nella parte iniziale della malattia, sostituite invece dal ricovero ospedaliero a malattia già avanzata.

Quello su cui dissento col massimo vigore, è l’iscrizione di queste problematiche all’interno di un Grande Complotto a beneficio delle Case Farmaceutiche oppure di un manipolo di miliardari che si sono prefissi lo sterminio dell’umanità.

Perché, caro Maccani, basta un giro in rete per leggere che: le ambulanze girano con nessuno a bordo per far credere nel contagio, ogni medico che certifica una morte per Covid, o magari anche solo un’infezione, riceve duemila euro, le terapie intensive stracolme sono una falsità e le relative immagini sono fasulle, tutti i medici (tranne un’esigua percentuale di eroi) sono corrotti da Big Pharma, rifiutano le terapie a disposizione per spingere sui vaccini. Vaccini che avranno nel tempo un effetto catastrofico, facendo morire miliardi di persone, come da apposito piano criminale. E via delirando.

Lei capirà che tutto questo è tutt’altra cosa dai suoi rilievi critici.

Però non può lei e non possiamo noi metterci a ridere. Semplicemente non sarebbe serio. Perché le sciocchezze di cui sopra sono in qualche misura penetrate in parte della società. Guardi questi siti Maccani - se vuole gliene inoltro una ventina - parli in giro, e se ne renderà conto.

E se le cose stanno così, non possiamo rispondere con una scrollata di spalle, o con qualche sprezzante insulto a chi presta fede a strampalate favole nere.

Dobbiamo invece chiederci perché questo succeda. E cosa si dovrebbe fare per arginare il fenomeno. Che è molto grave: se una parte significativa della popolazione è disponibile a credere a fantasmagoriche panzane complottistiche, in prospettiva non sono in gioco solo i pur fondamentali comportamenti sanitari (lei saprà che a fianco dei No-Vax ci sono stati i No-Mask, a predicare la perfetta inutilità delle mascherine, come se in sala operatoria i chirurghi da 50 anni le usassero per divertirsi). Questa deriva mette in discussione la democrazia stessa.

Questo l’oggetto dell’articolo, su cui come Questotrentino ci ripromettiamo di tornare.

Però mi permetta due appunti. Il primo è confondere l’esigenza di maggior istruzione e cultura (soprattutto nel campo della storia e anche dell’utilizzo del web) con gli indottrinamenti fascisti. Per favore..

Il secondo è l’accusa di invocare la censura. Semplicemente noi chiediamo che anche il web debba assumersi le responsabilità cui sono chiamati gli altri media. È giustissimo che QT debba rispondere di quanto scrive, per esempio di un magistrato che va a conviti con malavitosi; ma altrettanto giusto è che chi scrive che Bill Gates sta sterminando miliardi di persone, ne risponda. Oppure no?

Per favore non confondiamo la libertà di espressione con la teoria e la pratica della più totale irresponsabilità.

Ettore Paris