Così “l’Italia rinasce” a Trento
Un giro - anzi due - al Centro vaccinale di Trento Sud
20 giugno
Ho fatto un giretto al nuovo Centro vaccinazioni a Trento Sud e, in quella landa desolata l’unico fiore per “l’Italia che rinasce” è quello del cartello. Vedere il simbolo scelto e poi guardare il paesaggio, mette sconforto. E ancora più ne mette la temperatura quando ti trovi lì in macchina. Il pomeriggio, con il vento che solleva un gran polverone, è anche peggio.
Sofferenza notevole per addetti/operatori/infermiere/dottori che vi devono fare interi turni di lavoro. Ma sofferenza anche per quelli che devono fare il vaccino. Assurda l’area post-vaccino, dove te ne devi restare fermo per 15 minuti chiuso in auto ad aspettare per capire se ci sono reazioni allergiche. Ogni tanto un addetto fa il giro in bicicletta tra le macchine e a cenni chiede se è tutto ok. Il loro consiglio, nel caso qualcuno si sentisse male, è di utilizzare il tasto delle emergenze per fare lampeggiare le frecce della macchina, così loro lo notano dal loro accampamento tendato! Solutions Italian style. Ma chi ha avuto questa bella pensata del drive-through non sapeva che a differenza del test Covid con tampone, qui non si riparte subito dopo ?
La prima impressione è che, se si trattasse di un campo base militare, impiantato di corsa in qualche area desertica del Medio Oriente, non ci sarebbe da meravigliarsi. Ma a Trento!
29 giugno
Sono passato per verificare la situazione. Ho girato in lungo e in largo per l’intero centro e soprattutto ho potuto parlare a lungo con la responsabile (un’infermiera esperta): devo rivedere la mia posizione critica. Il Centro esegue vaccinazioni dalle 9 alle 19 con otto piste di accesso e relativi punti vaccinali al coperto. Può eseguire duemila vaccinazioni al giorno. Come nella precedente visita, nessun genere di fila: al massimo due macchine in attesa alle postazioni di accesso. I percorsi sono asfaltati, ma non i piazzali in prossimità dei varchi e della zona di attesa post vaccino. La motivazione c’è: l’asfalto accumula ancora più calore della terra battuta.
Nelle zone di parcheggio per i 15 minuti di sosta post vaccino sono state realizzate delle coperture simili a quelle delle aree di sosta di certe stazioni di servizio in autostrada. Non il massimo per fare ombra (dipende molto dall’ora del giorno), ma d’altra parte, qualcuno mi fa notare, mica ci lamentiamo quando ci fermiamo per il caffè, se non sempre l’ombra è garantita in modo totale. In ogni caso a chi ha l’aria condizionata è concesso tenere il motore acceso. Chi vuole può sostare anche fuori dall’auto e scambiare due chiacchiere. Non vi sono problemi di ricambio aria da quelle parti. A breve entrerà in funzione un piccolo punto ristoro con le macchinette distributrici di bevande e snack.
Parlando con alcuni degli operatori e con la responsabile ho percepito la loro grande soddisfazione per quello che stanno facendo: la fatica c’è, ma niente di particolare per quanto riguarda le condizioni di lavoro. Anzi. I discorsi sono subito andati a quando erano obbligati ad indossare tute, schermi facciali, guanti, maschere: quello sì voleva dire lavorare soffrendo. Qui fa un po’ caldo, certo, ma è estate, le postazioni sono tutte riparate, l’aria gira (semmai troppo in certi momenti del giorno), c’è una bella sala mensa e ristoro con l’aria condizionata.
Venendo alla scelta fatta, secondo la responsabile era importante offrire una soluzione drive-through. Serve ad attirare maggiormente le persone che hanno paura di perdere tempo. La sfida oggi, mi dice, è vincere la scommessa della vaccinazione di massa e qualunque soluzione che aiuti in quella direzione è fondamentale. L’accordo fatto per operare al punto vaccinale di Trento Fiere riguardava la fase emergenziale ed era in scadenza. Di qui la necessità di alternative (anche in previsioni di future nuove situazioni critiche) che permettessero di arrivare a fare grandi numeri.
Al momento del saluto la preparatissima e motivata infermiera che dirige le operazioni mi raccomanda di dare loro una mano: “Ditelo anche voi, è importante vaccinarsi e qui vi aspettiamo”.
Questo articoletto, che intendeva essere una critica alla decisione di fare uno strampalato drive-through in un cantiere, si è trasformato, oltre che in uno spot per i vaccini, in una condivisione piena di quella decisione. Meglio così.