L’aspra politica al Comune di Lona-Lases
Dopo aver letto l’intervento nel quale Vigilio Valentini fa un parziale mea culpa della situazione creatasi negli ultimi 20 anni a Lona-Lases, visto che egli adduce miei presunti comportamenti scorretti nei suoi confronti quale motivazione del suo sostegno a Roberto Dalmonego nelle elezioni del Comitato Asuc del 2011, vorrei portare il mio contributo alla preziosa inchiesta che QT sta conducendo, pregando di dare ad esso pari dignità rispetto a quello del sig. Valentini.
Preciso anzitutto che sono stato tra i promotori nel 2014 della costituzione del CLP, iniziativa che scaturiva anche dal mio impegno quale consigliere comunale di minoranza laddove, a fronte della richiesta da parte dei concessionari di dilazioni nel pagamento dei canoni di concessione, proposi e riuscii a far approvare una mozione che vincolava la concessione di tali dilazioni a condizione che le ditte fossero in regola sul versante retributivo e contributivo.
Visto che l’Amministrazione comunale guidata da Marco Casagranda era del tutto inerte sul piano dei controlli in tal senso si era reso necessaria appunto l’azione del CLP affinché essi venissero eseguiti, stante una situazione di sofferenza da parte degli operai che si trovavano con arretrati salariali anche di 6/8 mesi. Purtroppo negli ultimi anni mi sono allontanato dal CLP anche perché Valentini è disinvoltamente passato su questo fronte senza un minimo di autocritica rispetto al suo precedente operato quando, a partire dal 2005, è stato l’artefice dell’insediamento in consiglio comunale del trio Marco Casagranda (sindaco), Ezio Casagranda (vice) e Giuseppe Battaglia (assessore alle cave). Pur apprezzando lo sforzo autocritico, che dev’essere costato parecchio a chi è abituato a considerare il proprio operato al di là di ogni critica, non mi pare corretto pretendere di giustificare sempre i propri errori.
In una logica “vampiresca” questi signori avevano ottenuto dal presidente Asuc di Lases (Ente proprietario delle cave date in gestione al Comune mediante convenzione) la possibilità di utilizzare le entrate derivanti dalle stesse per le spese ordinarie, mentre la convenzione stipulata ne prevedeva l’uso per opere di pubblica utilità. La cosa si era protratta per alcuni anni e quando subentrai nel 2008, quale amministratore e presidente dell’Ente, frangente nel quale scadeva la convenzione relativa alla gestione cave stipulata in precedenza tra Asuc e Comune, anziché procedere al suo rinnovo gli amministratori comunali fecero marcia indietro sostenendo che essa non serviva perché le cave di porfido erano bene pubblico e non proprietà dell’Asuc.
Questo aprì uno scontro duro con l’Amministrazione comunale in quanto questi personaggi, sostenuti a spada tratta da Valentini, risposero in maniera arrogante che all’Asuc sarebbe spettato semmai solo il ristoro dell’uso civico (testuali parole del vice sindaco e segretario comunale di Albiano Ezio Casagranda). Ricordo l’arroganza con cui lo stesso vicesindaco intervenne sul giornalino comunale scrivendo che “le Asuc sono solo un doppione pertanto non servono a niente ed andrebbero elise”; paradossalmente egli riveste dal 2016 la carica di presidente dell’Asuc di Lona!
L’arroganza di quegli amministratori comunali e del personaggio in questione emerge tutta dalla nota, a firma dello stesso Ezio Casagranda, con cui il 7 maggio 2010 diffidava l’Asuc di Lases a rimuovere l’Uso Civico sulle aree interessate all’attività estrattiva e nel contempo invitava la PAT a commissariare l’Asuc di Lases da me presieduta. La risposta degli Enti locali PAT è arrivata il 17 novembre ed ha stroncato le pretese del Comune affermando che “la richiesta comunale di intervento sostitutivo della Giunta provinciale che attraverso un commissario ad acta si sostituisca all’Asuc di Lases nell’assunzione del provvedimento di sospensione del vincolo di uso civico prima dell’adozione del programma di attuazione non appare coerente con la vigente normativa e non soddisfa i requisiti previsti dall’art. 19 del regolamento di esecuzione della L.P. 6/2005”.
Fu in questo contesto che l’Asuc da me presieduta dovette ricorrere in giudizio per tutelare i propri interessi e quelli dei censiti di Lases, calpestati arrogantemente da questi signori a vantaggio dei concessionari e probabilmente anche di personaggi che per loro altri e forse inconfessabili interessi si trovavano in quel momento a ricoprire certi incarichi.
Per inciso ricordo che si era nel pieno del contenzioso sulla proprietà delle pf 2454/1 all’interno dell’area estrattiva di San Mauro, avviata guarda caso dagli stessi personaggi (unitamente agli amministratori comunali di Baselga di Piné) nei confronti dell’Asuc di Miola (capofila nella gestione del bene che tra i comproprietari annovera pure le Asuc di Lases e di Lona) presieduta da Massimo Sighel. Un contenzioso avviato nel 2007 senza che Vigilio Valentini facesse nulla per contrastare una scelta dettata dagli interessi dei concessionari e che ha visto lo sperpero di decine di migliaia di euro da parte dei due Comuni e delle Asuc, costrette loro malgrado a difendersi, difendendo con ciò i censiti che sono chiamate a rappresentare.
Tornando al mio operato, ricordo che contestai pure la legittimità delle proroghe concesse in quegli anni, dopo l’approvazione delle L.P. 7/2006 e in questo senso, pur non riconoscendo e rigettando le ragioni dell’Asuc, una sentenza del TAR di Trento del 22 ottobre 2009 (depositata il 17 dicembre) riconosceva quali illegittimi ulteriori provvedimenti di proroga affermando testualmente: “Diverso sarebbe il discorso se la durata delle concessioni venisse ulteriormente prorogata, poiché in tal caso una nuova norma derogatoria non si potrebbe sottrarre a fondati sospetti di incostituzionalità”. Ulteriore proroga che puntualmente venne concessa!
Infine ricordo che fu dell’Asuc da me guidata l’iniziativa relativa all’elaborazione (su indicazione dell’ APPA) di un progetto per la messa in sicurezza del Lago di Lases da eventuali sversamenti provenienti dall’area artigianale Dossi-Grotta (dove operavano alcune ditte facenti capo a persone coinvolte nell’operazione “Perfido”). Un iter progettuale assai travagliato e fatto bersaglio di una grave azione di danneggiamento e boicottaggio quando nel marzo 2010 l’attrezzatura per il monitoraggio delle acque collocata nel lago presso la Casina rosa venne danneggiata e probabilmente buttata nel lago, rendendo impossibile il completamento delle analisi.
Un progetto subito accantonato dal mio successore Roberto Dalmonego, eletto presidente Asuc su iniziativa di Vigilio Valentini nel 2011, che provvide inoltre a delegare la competenza sulle cave a Pietro Battaglia (anch’egli, come il fratello Giuseppe, oggi in custodia cautelare a seguito dell’operazione “Perfido”) che ha rappresentato l’Ente all’interno dell’assemblea della Asuc pinetane chiamata a supportare l’Asuc di Miola nei delicati passaggi relativi alla già menzionata causa in merito alla proprietà della pf. 2454/1.
Oltre a revocare le azioni giudiziarie da me intraprese a tutela dell’Ente, la nuova gestione ha pure portato a termine l’affare Casa medica (dai comuni di Albiano, Fornace e Lona-Lases), operandone l’acquisto per il triplo del suo valore reale (450 mila euro a fronte di un valore reale di 150 mila) al fine di consentire all’Amministrazione comunale guidata da Marco Casagranda di appianare il proprio bilancio. Balbettò forse qualcosa Vigilio Valentini in quel frangente?
Concludo precisando che questo mio intervento è volto unicamente a ripristinare la verità dei fatti.