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Valorizziamo i biotopi

All'inizio non erano un granché, dato che spesso si trattava di discariche o di aree abbandonate, ma con gli anni la trasformazione è stata straordinaria

Francesco Borzaga
Un airone bianco nel lago Pudro

Il tempo corre e scappa via e purtroppo porta via qualcosa. Così ho dovuto dare un addio alle camminate in montagna, alle quali ero molto affezionato, e pure alle passeggiate nei boschi.

Per consolarmi, finché la cosa è possibile, ho riscoperto i biotopi. Per mia fortuna intorno a Trento ce ne sono diversi: Toblino, il “taglio” di Nomi, il lago Pudro, le foci dell’Avisio, la palude di Roncegno.

Abitare a Trento è certo meglio che essere a Milano.

I biotopi li conosco ormai da molti anni, fin dalla loro nascita nel 1986, e quindi posso dire di averli visti crescere. A loro il passare del tempo ha fatto bene.

All’inizio non erano un granché, dato che spesso si trattava di discariche, o comunque di aree abbandonate. Con gli anni la loro trasformazione è stata davvero straordinaria: in gran parte è presente l’acqua e sulle rive sono stati piantati degli alberi. Oggi possediamo quindi dei bei boschi ripariali, una volta assai rari in Trentino, e quelli che eerano una distesa di cespugli sono cresciuti. Oggi ogni biotopo una propria diversa individualità e ciascuno di essi merita una visita. Ogni volta posso portare a casa qualche nuovo ricordo: gli aironi cenerini sul nido e la distesa di ninfee di Pudro, il nuovo bosco di lecci e i tuffetti a Toblino, la molteplicità delle farfalle presso l’Avisio, la nuova foresta cresciuta a Roncegno. Accade di poter ammirare la minuscola meraviglia del martin pescatore o di seguire il volo del nibbio.

Sono spettacoli straordinari per chi li sappia vedere e per me una vera benedizione.

Il Trentino possiede molti biotopi, non solo nei fondovalle e in zone umide, e nel loro insieme offrono un quadro notevole della natura trentina. Mi pare però che essi siano poco conosciuti e non abbastanza valorizzati. Non mi accade di trovarne cenno nella nostra propaganda turistica; eppure essi, accanto ai parchi naturali, potrebbero diventare un richiamo preciso,un motivo di interesse per i visitatori ed uno strumento di educazione scientifica ed anche civile.

La natura ha una forza straordinaria e così i biotopi sono una realtà che si arricchisce e trasforma nel tempo. Una pubblicazione dedicata a loro, un bollettino che informi sugli uccelli stanziali e sui migratori, non mi sembrano proposte irrealizzabili. Con un impegno modesto, molto si potrebbe ottenere.

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