Una lezione da imparare
"Meglio prevenire che curare" deve diventare il mantra per la classe politica trentina altrimenti tutto questo sarà stato inutile
Torneremo a correre, ridere, abbracciarci, ma una riflessione su quello che è successo, sulla nostra sanità dovremo farla; partendo pure da quella trentina, fortunatamente pubblica e con i suoi limiti, ma in confronto ad altre Regioni non possiamo lamentarci. Eppure oggi la situazione anche da noi è molto, troppo critica. Dovremo e dovranno rispondere a tanti perché e investire per il nostro futuro. Forse è il momento di anticipare i problemi riguardanti la salute.
In questo periodo mi tornano in mente tante volte le parole dei miei genitori e nonni: questa volta mi riferisco a “meglio prevenire che curare”. E invece ci si trova sempre a correre dietro al fatto ormai compiuto. Siamo il Paese che consuma più antibiotici e uno dei più colpiti da questa epidemia; non voglio fare facili retoriche, ma dobbiamo incominciare ad invertire questa sequenza e ad investire nella ricerca per cercare di prevenire. Non è impossibile, in molti Pesi europei e non lo fanno e con ottimi risultati.
Un altro argomento a me caro, sempre per quanto riguarda la prevenzione, è la necessità di riconoscere anche il mondo olistico; è indispensabile pensare ad un sistema di salute integrato. Purtroppo questi pensieri vanno spesso contro la logica del profitto delle società farmaceutiche, ma integrare la scienza moderna con l’esperienza millenaria mi sembra una scelta logica ed intelligente.
Per quanto riguarda il futuro della sanità in Trentino, abbiamo davanti a noi un’opportunità unica: dobbiamo costruire un nuovo ospedale, è risaputo, e non possiamo sprecare questa opportunità realizzando un progetto già nato vecchio. Si faccia un ulteriore sforzo per poter elaborare una proposta moderna e all’avanguardia anche nei confronti di nuove emergenze come quella che stiamo affrontando: più sostenibilità, più efficienza, più prevenzione!
E torneremo a correre, ridere, abbracciarci.