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Dall’università, una riflessione sulla cooperazione internazionale

Un canale formidabile per la formazione dei giovani, per la ricerca scientifica e della valorizzazione dei territori

lettera firmata

In questi giorni di dibattito su riforme e tagli alla cooperazione allo sviluppo in Trentino, come docenti universitari vogliamo portare all’attenzione del Consiglio Provinciale e degli attori coinvolti alcuni elementi di riflessione. Per noi, infatti, la cooperazione internazionale è un canale formidabile per la formazione dei giovani, per la ricerca scientifica collegata all’azione e alla valorizzazione dei territori.

Perché Università e cooperazione internazionale allo sviluppo? La cooperazione è ormai parte integrante del mondo universitario e viceversa, le Università sono a pieno titolo attrici di una cooperazione internazionale che cambia con le rapide trasformazioni sociali ed economiche, locali e globali.

Formazione dei giovani. Il mondo del lavoro cerca sempre di più laureati che affianchino alle competenze tecniche capacità trasversali quali lavorare in gruppo, interagire fra culture diverse e operare in contesti complessi, gestire il cambiamento. Partecipare sul campo a progetti di cooperazione durante la formazione fornisce un valore aggiunto straordinario e stimola un approccio orientato alla sostenibilità, alla responsabilità sociale e alla praticità.

Ricerca scientifica. Lo sguardo Sud del mondo è un punto di vista privilegiato per comprendere fenomeni di portata planetaria (alcuni esempi: sicurezza idrica e alimentare, migrazioni, cambiamenti del clima e implicazioni sociali) e i loro effetti su scala locale. Questo consente di sviluppare nuove ipotesi, sperimentare strategie di mitigazione e supportare la formulazione di politiche e interventi che garantiscano sicurezza e sostenibilità all’intero pianeta, migliorino le condizioni di vita in aree svantaggiate, e al contempo aumentino il capitale sociale locale. Da più di vent’anni il Trentino è un faro e un apripista in Italia, grazie anche alle sue politiche e strategie innovative nella cooperazione allo sviluppo, ispirate alle scelte dell’agenda internazionale. Ci auguriamo che i cambiamenti annunciati all’attuale legge provinciale non si traducano in tagli alla spesa, ma in proposte che valorizzino le dimensioni umana, sociale e ambientale.

Con una buona cooperazione si fa buona ricerca, si formano futuri professionisti e si creano legami e rapporti destinati ad aumentare il valore del territorio e delle sue realtà sociali e produttive. Il passaggio da paese del Sud del mondo a paese trainante è stato spesso molto rapido, e chi ha saputo costruire, anche attraverso la cooperazione, rapporti duraturi e affidabili con queste realtà è stato ripagato con ricadute importanti sul territorio locale.

La cooperazione e i fondi ad essa destinati non vanno confusi con l’assistenzialismo, rappresentando invece una dimensione valoriale che può contribuire alla formazione degli studenti, così come a una più efficace comprensione dei fenomeni globali che quotidianamente ci condizionano.

La cooperazione coinvolge le aziende private, ma non va confusa con la semplice internazionalizzazione d’impresa. Incorporando le prospettive della sostenibilità e della responsabilità sociale, la cooperazione può aiutare a uscire dal paradigma della globalizzazione competitiva e predatoria, offrendo un sistema di relazioni e una condivisione di valori con territori vicini e lontani. Siamo aperti al dialogo e pronti a mettere a disposizione le nostre competenze nella formulazione delle future politiche e strategie di cooperazione internazionale del Sistema Trentino.

Seguono le firme di 41 docenti universitari

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