Bondone: prima della funivia...
Manca un progetto e un piano di finanziamento, rimarrà un sogno salire in Bondone in dodici minuti?
Forse per l’approssimarsi della primavera, che fa rifiorire non solo le piante ma anche i desideri, ha preso in questi giorni uno straordinario vigore l’antico progetto della funivia sul Bondone. Ipotesi vecchie e nuove si accavallano, e a molti sembra che l’inserimento della funivia all’interno del Piano Regolatore sia garanzia sufficiente per trasformare le speranze in certezza. Tuttavia manca un progetto, così come manca un piano di finanziamento. Ci si prospetta però la possibilità, grazie ad una nuova avveniristica tecnica, di salire in Bondone in soli dodici minuti.
Personalmente nutro più di un dubbio sulla sostenibilità economica della nuova struttura e sulla concorrenzialità della stessa riguardo ai collegamenti stradali ormai solidamente affermati. Certamente un collegamento funiviario rapido con Vaneze darebbe un senso e una prospettiva a quella sfortunata località. Questo però non mi sembra una giustificazione sufficiente per dare il via ad un progetto così costoso.
Vi sono sul Bondone altre questioni urgenti, alle quali sembra non si voglia dare risposta. Una di queste, certo non la minore, riguarda gli edifici abbandonati. In una lettera apparsa di recente sulla stampa locale la signora Armanda Ravagni ha chiesto che si proceda senza ulteriori ritardi alla ristrutturazione e al recupero dell’ex Centro Degasperi di Candriai, destinandolo a luogo di vacanze estive e soggiorno per anziani, e magari pure a luogo di riabilitazione post-operatoria. Come sottolineato nella lettera, l’edificio è totalmente abbandonato da ben 23 anni e a causa dei numerosi vandalismi versa in condizioni di pesante degrado.
Non si tratta di un caso isolato. Gli fa ad esempio vistosa compagnia l’ex Hotel Panorama in quel di Sardagna, affacciato inutilmente in splendida posizione sulla conca di Trento. Di questo edificio, delle sue potenzialità e di come la sua riapertura gioverebbe a tutto il turismo trentino e ad una valorizzazione di Sardagna e dei suoi dintorni si è davvero parlato fino alla nausea. Benché il Panorama sia di proprietà pubblica, non è stato raggiunto nessun risultato. Lo stesso si dica delle casermette austriache delle Viote, oggi usate, non so per quanto altro tempo, quale alloggio provvisorio per migranti. Si tratta di una bellissima testimonianza di architettura alpina che lo stupido, o forse maligno, allontanamento del Centro di Ecologia alpina ha puntualmente condannato al degrado. Per quanto ne so, proprietario attuale delle Casermette è Trentino Sviluppo, in pratica la Provincia. In quale conto le stesse, ce lo mostra la maxi-speculazione tentata a suo tempo e per fortuna abortita.
L’abbandono al degrado di queste importanti proprietà costituisce un costante e crescente danno economico per tutti noi. Ciò nonostante, i nostri pubblici amministratori, persi come sono dietro a futuri progetti destinati a procurar loro lustro e gloria, spesso e volentieri trascurano un altro loro importante compito, che è quello di curare e valorizzare il patrimonio pubblico loro affidato. Giustamente, di recente, la Corte dei Conti ha chiamato i responsabili a rispondere dell’abbandono e del degrado dell’ex casa di cura Villa Rosa in quel di Pergine.
Sono davvero molti i problemi del Bondone che attendono una risposta. Citerò l’urgenza di difendere la piana delle Viote da campi di golf ed altre speculazioni, mantenendone l’integrità e l’apertura al pubblico godimento. Ancora, la valorizzazione e la difesa dell’enorme patrimonio ambientale e naturalistico del Bondone, una programmazione che consideri l’unità e la complessità di tutto il gruppo Bondone-Stivo e che eviti di concentrare l’intera attenzione su singole opere.
Un lavoro lungo e impegnativo, questo, che la realizzazione della “grande funivia” non sembra in grado in nessun modo di sostituire.