Semplificazioni e stereotipi
Risposta alla lettera di Silvano Bert sul voto cattolico in Trentino
Mi fa specie intervenire su uno scritto di Silvano Bert, che in genere trovo arguto nei ragionamenti e di cui spesso condivido le tesi. Ma nella sua lettera sul voto cattolico in Trentino fa largo uso di semplificazioni e stereotipi che non gli fanno onore.
Già nel catalogare i cristiani rappresentati da Forti come “cattolici della domenica che ascoltano la Messa ….. e accendono la candela alla Madonna” – li identifica come “anziani, donne, con un livello di istruzione molto basso”.
Ma forse devo dargli ragione: gli uomini e i laureati in genere hanno di meglio da fare che raccogliersi in preghiera; devono infatti occuparsi di cose molto più serie quali sport e cura del fisico, giocare in Borsa, darsi un tono nei meeting e nelle convention. Trova poi modo di deridere ironicamente i cattolici che sono a favore della “famiglia naturale”, del Movimento per la vita, della legge sul biotestamento, banalizzando ancora posizioni su temi con sfaccettature complesse e non facilmente riconducibili a schemi precotti e stereotipi. Cito appena per amor di patria il passo in cui auspicherebbe che in chiesa si sarebbe dovuto pregare Dio di “illuminare i cattolici nello scegliere i governanti”, sottintendendo che gli eletti sono stati il peggio che c’era a disposizione e con questo offendendo un poco l’intelligenza di noi elettori.
Segnalo infine che mescolare nella stessa minestra Salvini, Trump e Bolsonaro, personaggi che hanno come tanti anche cose in comune, ma che sono lontani anni luce nelle dichiarazioni e nei comportamenti ed il cui successo elettorale è frutto di motivazioni totalmente diverse l’una dall’altra, non dà merito all’intelligenza ed alla cultura di Bert.
Lucio Maccani
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Abbiamo evidentemente idee diverse sulla politica e sulla religione. Sono distinte ma, per chi ha fede, non separate, ché anzi si interrogano reciprocamente. Ne vengono visioni del mondo alternative, sulla famiglia e sui migranti, sulla messa e sulle candele alla Madonna, sul biotestamento e su Salvini, Trump, Bolsonaro. Visioni del mondo che ci portano a votare in modo diverso. Evidenziare la diversità non significa banalizzare o offendere la persona portatrice di un’idea diversa dalla mia. Significa piuttosto chiamarla a un confronto. Come cattolici abbiamo pochissime possibilità di confrontarci, abituati come siamo ad ascoltare silenziosi dai banchi un discorso unidirezionale che cade dal pulpito. Non è strano che sull’interpretazione del Vangelo (“Ero straniero e mi avete accolto”), o sulla “famiglia naturale”, io mi confronti in un soffio con Lucio Maccani sulle pagine di Questotrentino, e con Claudio Forti su quelle di Vita Trentina? Chissà che non possiamo vederci al centro culturale Vigilianum l’8 gennaio, quando a parlare su “Il cristiano e la politica” è stato invitato il vescovo Fabiano Longoni. Una goccia nel mare, ma da succhiare. Per capire anche su cosa Lucio Maccani ha condiviso in passato i miei ragionamenti.
S. B.