Testamento biologico: mi vergogno di essere trentino
Nonostante la delibera di Giunta, promossa dall’associazione Laici Trentini per i diritti civili, vecchia di ben quattro anni, che ha dato mandato all’Azienda provinciale per i servizi sanitari, il 7 settembre 2013, di predisporre entro nove mesi “le modalità di raccolta e registrazione in apposita banca dati delle dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario relative alla volontà di sottoporsi a trattamento sanitario in caso di malattia o lesione cerebrale che cagioni una perdita di conoscenza”, la stessa Azienda sanitaria, a tutt’oggi, si è resa clamorosamente latitante.
Mi chiedo che cosa possa essere accaduto di così tanto spiacevole per avere una così scarsa considerazione di noi trentini e in particolare di quelle persone che convivono con gravi malattie. Una ancor più scarsa considerazione è riservata dall’Azienda al suo stesso personale medico, che senza questo civile strumento non potrà migliorare la relazione tra operatori sanitari e pazienti attraverso una sinergia terapeutica basata sull’informazione, il consenso e il rispetto reciproco.
Una scarsa considerazione verso la stessa Giunta Provinciale e l’attuale governatore Ugo Rossi, che con coraggio è stato il relatore di tale delibera, a meno che, nei sotterfugi della politica, sia stato egli stesso a bloccare l’iter.
Una scarsa considerazione infine per la nostra Costituzione, dove gli articoli 2, 13 e 32 tutelano e promuovono i diritti fondamentali dell’uomo e stabiliscono che la libertà personale è inviolabile e che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario.
Non è stato un comportamento incivile quello degli esponenti della Giunta provinciale trentina che dopo una delibera adottata poco prima delle elezioni (è bene ricordarlo) non hanno messo in atto tali direttive? Dunque, il mio “mi vergogno di essere trentino” non ha forse il carattere di un legittimo apprezzamento nei confronti di una Provincia incivile?
Accanirsi a imporre una sofferenza è disprezzare la vita.