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Il miracoloso otto per mille

Alessandro Giacomini

L’otto per mille è un meccanismo sistematico di iniquità e inganni,iniziamo con una precisazione, molti confondono tale sistema con il democratico e meritevole cinque per mille che finanzia le centinaia di associazioni con finalità sociali, dove certamente il contribuente si identifica in una di esse e che potrebbe, integralmente, sostituire l’otto x mille.

Ogni cittadino che presenta la dichiarazione dei redditi può scegliere la destinazione dell’otto per mille tra sette opzioni, sei delle quali a favore di confessioni religiose, la restante allo stato.

Il ministero delle Finanze rendendo pubblici i dati della dichiarazione dei redditi del 2014 fa sapere che circa il 35% della popolazione ha espresso la volontà di destinare l’otto per mille alla Chiesa cattolica. Fin qui tutto chiaro, nulla di truffaldino; ma se andiamo a visionare i dati relativi alla distribuzione della quota spettante agli enti opzionabili, risulta che la Chiesa cattolica divora l’85% dell’ammontare delle entrate.

Ora vi chiederete: come è possibile che il 35% dei cittadini italiani devolva l’otto per mille alla Chiesa cattolica mentre la stessa ne percepisce l’85%?

Perché il 60% dei contribuenti non esprime una scelta; ripeto, 6 Italiani su 10 non trovano un riscontro nelle 7 opzioni disponibili. Risultato: chi non dà una preferenza viene “aggregato” a quei quattro italiani su 10 che la scelta l’hanno fatta; e i suoi soldi vengono distribuiti ai soggetti beneficiari secondo le proporzioni risultanti dalle scelte effettuate.

Semplifico con un esempio paradossale: se un solo contribuente (su 30 milioni circa) destinasse il suo otto per mille, mentre tutti gli altri non facessero una scelta, ed egli fosse un avventista del settimo giorno, la sua comunità religiosa percepirebbe l’intera somma disponibile, ossia più di un miliardo di euro.

Provate ora a chiedervi perché il 60% degli Italiani non fa una scelta. La risposta è alquanto semplice: oltre il 15% della popolazione è non credente, e non vanno pure dimenticati gli islamici (5-10 %), i Testimoni di Geova (500 mila), ecc. Di sicuro questi soggetti non hanno un riscontro nelle attuali opzioni.

Trovo vergognoso che un ateo debba suo malgrado sostenere una comunità religiosa con le proprie tasse; sarebbe evidentemente sensato che una qualsivoglia associazione religiosa si autofinanzi grazie al contributo dei propri adepti e non con una coatta e miracolosa questua.

Anche la scelta di devolvere l’otto per mille allo Stato, l’unica opzione non religiosa, lascia perplessi: Lo Stato infatti non ha fatto fin qui un uso razionale di queste risorse, finanziando ulteriormente la Chiesa di Roma, concedendo risorse per lavori di abbellimento di chiese, sedi arcivescovili, monasteri e confraternite della Conferenza Episcopale Italiana.

Sarebbre più opportuno aggiungere altre possibilità di scelta, indirizzate a finanziare sul nostro territorio il sostentamento al reddito dei disoccupati, sicuramente più utile in questo periodo di prolungata crisi.

Cosi strutturato l’otto per mille è agli antipodi della democrazia: se non si fa una scelta, ogni anno si devolvono le proprie tasse alla Chiesa cattolica e quel che è peggio, molti neppure lo sanno.

Il meccanismo deve essere basato sulla volontarietà, ma la ripartizione delle scelte inespresse viola, di fatto, questo principio; le scelte dei contribuenti non sono rispettate e le risorse destinate vengono distorte dalla finalità originaria.

Personalmente, contribuirei anche con quote superiori all’attuale percentuale dell’ottoper mille se in tale meccanismo fosse inserita la possibilità di dare un contributo ad enti e associazioni che operino per scopi sociali o assistenziali. Così com’è ora, ritengo l’otto per mille una mera, colossale truffa.

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