Il commissario non fa miracoli
Nuovo clima alla LaVis. Ma la strada è tutta in salita.
Ha rasserenato il clima l’avv. Andrea Girardi, il nuovo commissario della Cantina LaVis. Ma ha sulle spalle tutta l’eredità della gestione di Marco Zanoni, il quale a sua volta si era mosso in continuità con la scellerata “triade” (Giacomoni, Peratoner, Andermarcher) che in un decennio aveva disastrato la Cantina.
E il bilancio 2014-2015, presentato in assemblea mentre usciamo in edicola, fotografa questa situazione. Ecco i dati, impietosi, del bilancio di gruppo: debiti calati, ma ancora a 89 milioni, produzione calata anch’essa (di 8 milioni) più di quanto si siano fatti calare i costi (4 milioni), con un altro anno che registra una perdita, di oltre due milioni e mezzo. È anche l’effetto della sfiducia, con i contadini che in lento stillicidio hanno abbandonato la cantina, portando a una contrazione del fatturato; ma è soprattutto l’onda lunga della politica zanoniana, di pompare le quantità vendute infischiandosene della redditività.
Le cattive notizie non sono però finite. I revisori hanno messo il bilancio sotto il microscopio, ed hanno contestato tutta una serie di ottimistiche valutazioni contabili, in gran parte ereditate dai bilanci di Zanoni, che Girardi non ha pensato di correggere. Sostituendo all’ottimismo i principi della contabilità (come interpretati dal Revisore cooperativo dott. Cozzio) i conti sono da rivedere: con effetti disastrosi sul patrimonio netto, che Cozzio ritiene sovrastimato di ben 6 milioni. E siccome il bilancio presenta un patrimonio netto di 2,8 milioni, se sottraiamo i 6 milioni di sovrastima abbiamo un patrimonio non solo azzerato, ma pesantemente negativo.
È chiaro come, in questa situazione, le banche siano sempre poco restie a concedere nuovi soldi. Il tutto è subordinato alla presentazione di un piano di rilancio, ormai mitico perché preannunciato da Zanoni infinite volte, e quando fu alla fine presentato, non venne ritenuto realistico. Le banche hanno ora imposto che il piano sia attestato da uno studio commerciale di loro fiducia, Sgaravato di Verona: ma questa attestazione continua a tardare.
Insomma, la LaVis ha ancora solo esili speranze. Tornare con un patrimonio netto in attivo grazie ai milioni che la Provincia è graziosamente disposta a concedere, raggiungere la redditività attraverso una nuova direzione subentrata alla corte dei miracoli portata da Zanoni, e purtroppo anche attraverso tagli che si preannunciano dolorosi. Una strada molto in salita, ma i miracoli non esistono.
E il passato, e le responsabilità? Ci hanno pensato alcuni ex-soci a non far passare in un’assoluzione generale la precedente malagestio.
Si sono così rivolti alla Magistratura perché venisse valutata l’attività degli ex amministratori, ottenendo la condanna della “triade” per aver omesso “di indicare nei bilanci societari la fideiussione di euro 12.200.000 a favore di ISA Spa” ma anche perché venisse valutato il comportamento tenuto di Marco Zanoni, che nelle vesti di Commissario della Cantina non aveva denunciato tale fatto pur essendone a conoscenza.
Zanoni è stato condannato, ha proposto opposizione e così il 27 novembre 2015 si è aperto il processo che lo vede imputato “del delitto previsto e punito dall’art. 361 del Codice Penale”. Il giudice dott. Borrelli non ha accolto la richiesta della difesa di sentire quale teste l’allora Presidente Dellai, mentre saranno sentiti come testimoni oltre il primo degli ex soci Mauro Anzelini, il dott. Nicoletti, dirigente provinciale, e il dott. Cozzio dirigente della revisione cooperativa. L’udienza sarà tenuta il 29 aprile 2016 e in quella sede forse, potrà essere ricostruita una parte della vicenda che ha portato al disastro attuale.