La sfida di Pinzolo
A Pinzolo la sfida fra il sindaco Michele Bonomi e lo sfidante William Cereghini era una di quelle all’ultimo sangue. Un duello vero, di quelli dopo il tramonto dietro la chiesa: appunto alle 20, al Paladolomiti, il 1° maggio. Un confronto organizzato dal sito “Campane di Pinzolo”, condotto dal nostro redattore Mauro Bondi e con una presenza di circa 600 sui 2.500 aventi diritto al voto, circa il 20 per cento del corpo elettorale. È come se a Trento si fosse tenuto un dibattito allo stadio con 20.000 persone, ognuna delle quali avrebbe poi riportato in famiglia l’esito dello scontro.
Un pareggio sostanziale avrebbe segnato la serata se non fosse che, all’ultimo minuto, sua sponte, il sindaco uscente ha pensato di spiegare al pubblico (l’intera cittadinanza) le ragioni per cui non ha commesso alcun illecito nella nota vicenda di una centralina elettrica snobbata dal Comune di cui Bonomi era sindaco e dallo stesso Bonomi acquistata più o meno in proprio. Una palla alzata allo sfidante, che dallo zero a zero è uscito dal Paladolomiti con una netta vittoria, e non tanto per i presenti, ma per il tam tam propagatosi in paese nei giorni seguenti: Cereghini ha stravinto al Paladolomiti e stravincerà nelle urne. E così è stato.
A Pinzolo si confrontavano due sistemi diversi di intendere la politica: quello rappresentato da Bonomi (sindaco da dieci anni e forte della amicizia di Ugo Rossi ora e di Dellai prima), per cui nelle valli per fare politica e ottenere risultati contano le relazioni con la Provincia; e quello impostato da Cereghini: puntare sui programmi, tanto da ritrovarsi nella coalizione esponenti di grido del PD insieme al segretario locale della Lega Nord. Il sistema di Bonomi è stato battuto, ora vedremo se la speranza di Cereghini resisterà ad una coalizione così eterogenea da destare più di una perplessità.