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“Sblocca Italia” e Valdastico

Il circolo di Trento di Legambiente

A causa dell’ancora incerta iniziativa “Sblocca Italia” del Governo, si è riacceso il dibattito sul completamento del tratto nord della Valdastico (A31).

Ci opponiamo decisamente all’opera, profondamente sbagliata e soprattutto non dettata da alcuna motivazione economica e di politica dei trasporti. L’Italia non ha bisogno di sbloccare opere a caso, ma di piani concreti per il futuro. La Valdastico nord non rientra in nessun piano sensato di sviluppo. Facciamo notare che:

- L’opera non è economicamente sostenibile. Non lo diciamo noi, lo dicono le stime di traffico, ottimistiche, degli stessi progettisti. Ed è costosa non solo per la sua costruzione, ma anche per il mantenimento dal punto di vista energetico, a causa del lunghissimo tratto sotterraneo.

- Non è affatto finanziata da soldi che ci sono già: il meccanismo di finanziamento carica i costi dell’opera sui pedaggi futuri dell’A4, la cui concessione verrebbe prorogata in funzione della costruzione della stessa. Quindi il conto lo pagherebbero automobilisti e soprattutto aziende e autotrasportatori, riducendo ulteriormente, anziché incrementando come si vorrebbe, la loro competitività.

- L’opera è in totale contrasto con lo sfruttamento dell’asse Verona-Brennero e dell’intermodalità con la ferrovia per il trasporto merci, ponendosi in concorrenza con esso. Eppure la scelta di potenziare l’asse ferroviario sembrerebbe confermata dall’inserimento del tunnel di base del Brennero fra le opere del decreto “Sblocca Italia”. Ci pare un’evidente contraddizione.

- È estremamente impattante sull’ambiente, con rischi notevoli per l’equilibrio idrogeologico: lo scavo della galleria prevista rischierebbe seriamente di provocare l’abbassamento del livello della falda e il prosciugamento delle sorgenti che dissetano numerosi comuni.

Se si vogliono subito avviare azioni e cantieri nell’ambito dei trasporti, chiediamo che prima si definisca una chiara politica che selezioni leopere da realizzare, si investa sul trasporto ferroviario, e si presenti subito un chiaro piano di azione per lo spostamento del traffico merci, che potrebbe essere avviato anche sulla linea esistente del Brennero, indicandone modi e tempi con chiarezza.

“Sbloccare l’Italia” ricorrendo all’uso dei poteri sostitutivi del Governo per forzare l’avvio dei cantieri di infrastrutture pensate negli anni ‘70, che nel frattempo si sono fortunatamente arenate, visto il mutato contesto socio-economico e ambientale, significherebbe aggravare la già precaria situazione del Paese.

Per quanto riguarda la politica dei trasporti, occorre realizzare solo opere che rientrino in un piano coerente di mobilità sostenibile, che tenga conto delle reali necessità di spostamento di merci e persone. Piuttosto che realizzare opere non motivate da una politica coerente, sarebbe più utile aumentare la copertura finanziaria a quegli interventi (già timidamente previsti nello “Sblocca Italia”) per la prevenzione e la messa in sicurezza del territorio da frane e allagamenti e per migliorare la qualità delle acque dei nostri fiumi, adeguando i sistemi di fognatura e depurazione degli agglomerati urbani.

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