Ultime sul fronte dei rifiuti
Il 30 dicembre la giunta provinciale di Trento ha approvato, in via preliminare, il quarto aggiornamento del piano rifiuti provinciale. Lo avevano chiesto a gran voce le associazioni ambientaliste, dopo il raggiungimento dei notevoli risultati positivi della raccolta differenziata, oltre due anni fa, ottenendo un secco diniego. Lo avevano richiesto unitamente alla prospettiva di creare un percorso comune per individuare le soluzioni possibili per il trattamento del residuo indifferenziato. Ora, la giunta provinciale approva, seppur in via provvisoria, un piano rifiuti che prevede la realizzazione di uno o più stabilimenti industriali atti a creare CSS (combustibile solido secondario), cioè un combustibile idoneo ad essere bruciato in fabbriche come i cementifici. Bruciando tali combustibili in fabbriche private, si creano piccoli inceneritori privati, che bruciano sempre materie a base plastica che producono diossine ed emissioni pericolose. In Trentino viene subito in mente il cementificio di Sarche, zona pregiata per le colture biologiche dedicate alla produzione di altrettanti vini pregiati. Quali le prospettive di un territorio valorizzato con sacrifici, con la presenza di un piccolo inceneritore vicino alle coltivazioni biologiche? Quali i controlli possibili sulle emissioni di una fabbrica privata?
Esistono soluzioni molto migliori della produzione di CSS, esistono trattamenti meccanici a secco dei rifiuti, per recuperarne le materie plastiche che hanno un mercato più redditizio del CSS. Un’altra volta si è scelta la via peggiore e, per giunta, senza confronti con le forze politiche. Che senso ha parlare di coalizione, se i temi non vengono discussi, bensì calati dall’alto?
Percorsi come quelli progettati dal documento approvato dalla giunta provinciale, senza alcun confronto aperto, senza alcun confronto pubblico, non possono che riaprire le stagioni dello scontro.
Chi sbandierava in campagna elettorale la coesione di una coalizione, ora cala dall’alto decisioni su un percorso non condiviso, sul quale si apriranno scontri accesi. Dobbiamo prevedere nuove marce di trattori? Nuovi referendum? Alcuni ci stanno pensando...