L’attesa
Bilancio di fine anno e speranze per il domani
Alla fine si fanno i consuntivi, e si attende speranzosi un nuovo inizio. Del 2013 politico del Sudtirolo si ricorderà il sorprendente successo dei molti eletti della Svp alle elezioni parlamentari di febbraio, dovuto all’accordo con il Pd e a una legge elettorale che la Consulta in novembre ha dichiarato anticostituzionale. Il conseguente appoggio al governo Letta, alla fine dell’anno, divenuto necessario con l’uscita dalla maggioranza dei berlusconiani, ha riportato la Svp nella “normale” relazione di contratto-ricatto col governo centrale. Già in estate è stato messa sul piatto del volenteroso ministro Delrio la “priorità” della toponomastica (monolingue), contando sul fatto che lui era all’oscuro che lo Statuto prevede il bilinguismo e che esiste una relazione, risultato del lavoro intelligente e indipendente di una commissione paritetica. In dicembre si sono ottenute diverse nuove competenze e la cessione (e la frammentazione) del Parco dello Stelvio. In settembre le elezioni in Austria hanno portato a un governo di larghe intese, non all’italiana, ma come nei paesi democratici, sulla base di un programma contrattato e scritto. Nel Nationalrat (parlamento) è entrata una forte pattuglia antieuropea, che si appresta in primavera a intessere relazioni con le altre formazioni dagli analoghi obiettivi di Grecia, Francia, Italia, ecc., e forse anche con alcuni partiti nostrani della destra tedesca.
In ottobre le elezioni provinciali hanno dato vita a un Consiglio ancora squilibrato dal punto di vista dei generi (10 donne su 35), ma un po’ meno da quello del rapporto fra maggioranza e opposizione(la Svp ha “solo” 17 consiglieri): i Freiheitlichen si sono rafforzati, puntando sul bisogno di trasparenza e buona amministrazione, tralasciando i temi razzisti; i Verdi si sono consolidati, ritornando dopo un decennio a coniugare i temi dell’ambiente e della buona amministrazione con quelli della società multiculturale. È entrato un grillino, che si è affrettato ad espellere due dissidenti, uno dei quali è il generoso fondatore e animatore di “Passamano”, il primo centro sudtirolese di scambio gratuito, preso ad esempio in molte altre città. Le elezioni di ottobre hanno segnato il crollo del voto italiano. Moltissimi italiani non sono andati a votare, perché hanno capito che il loro voto è inutile.
Chi ha votato ha punito le destre, perché frammentate, ma soprattutto perché non hanno saputo fare i conti con la storia e superare il nazionalismo che invece gran parte della popolazione ha lasciato da parte per adottare la convivenza e il rispetto dei diritti degli altri come stile di vita.
Per ciò che riguarda il Pd, la lista elettorale era l’espressione della tipica ottusità di chi vuole solo conservare la poltrona. Se capolista fosse stata Cornelia Brugger, il Pd avrebbe dato un segnale di rinnovamento e probabilmente avrebbe fatto tre eletti. Ma si tratta di un gruppo dirigente, bersaniano in primavera e renziano in autunno, unito e diviso solo da interessi personali, succube dei poteri forti e distratto su questioni vitali del proprio stesso elettorato. “Il Pd vive del fatto di essere al governo e di occupare posti. Senza sottogoverno non ci sarebbe il Pd. Il Pd è un Postenvergabepartei, un partito per la distribuzione di posti” - ha sintetizzato indignato Arnold Tribus sul Neue Südtiroler Tageszeitung, cercando di illustrare l’assurda trattativa durata due mesi. Solo dopo il voto si è saputo della dissipazione di denaro pubblico per le iniziative a sostegno dell’impossibile candidatura interregionale a Città europea. Ma l’assessore Tommasini ha avuto ugualmente meno preferenze di cinque anni fa, e nonostante l’impegno intensissimo a favore della promozione di se stesso.
L’astensione italiana è stata anche favorita dalla cattiva amministrazione del capoluogo, i cui amministratori chiedono soldi alla Provincia per “grandi opere” di dubbia utilità, tralasciando la manutenzione. Di fronte alla crisi, che in città si percepisce, tagliano i servizi agli anziani e ai deboli, aumentano le rette degli asili nido e della scuole per l’infanzia, raddoppiano il costo del pasto alla mensa degli anziani (che hanno abbandonato il servizio, rintanandosi in casa a mangiare scatolette); scatenano i vigili a raccogliere multe nei quartieri periferici, mentre migliaia di auto intasano indisturbate le strade intossicando pedoni e ciclisti; impongono (in grave ritardo) una raccolta separata dei rifiuti inefficiente e costosa, con l’immondizia in bella vista sui marciapiedi e migliaia di cassonetti inutili piazzati ovunque (ne sono stati comprati moltissimi di troppo: perché, da chi?), mentre il nuovo inceneritore sovradimensionato causa incidenti dagli effetti sottovalutati, con altissimi picchi di emissioni tossiche in zone densamente popolate del fondovalle. Forse per questo non si è istituito un osservatorio per i tumori maligni che analizzi zona per zona, anche se la città è spaventata dal crescere dei decessi di persone giovani.
La nuova Giunta
L’8 gennaio ci sarà l’ultima seduta della vecchia giunta provinciale. Poi, tardi, perché il Pd ha contrattato per settimane assessori, poltrone, sedie e sgabelli, ci sarà la nuova. Arno Kompatscher, forte del suo successo personale, ha provato a cambiare: fuori i portatori di interessi economici troppo forti, già puniti dall’elettorato, cambiate le competenze di chi è rimasto della vecchia giunta. La scuola dovrebbe andare a Philipp Achammer; a Martha Stocker, donna forte della nuova giunta, più esperta, ma anche nota per le posizione etniche rigide, la Sanità, sottratta a Theiner (si riaccenderebbero le speranze per il vergognoso Pronto soccorso della Asl centro-sud), per le cure riabilitative ai malati cronici oggi mancanti e per la destinazione delle risorse economiche alla salute di tutti, invece che ai centri per turisti della sanità), e ci saranno Arnold Schuler e Waltraud Deeg. Però a Thomas Widmann, che perde il suo potente assessorato, pare venga data come “contentino” la presidenza del Consiglio, un organismo che in passato ha spesso pubblicamente disprezzato: un’ipotesi che danneggia il parlamento provinciale, sia per la persona che per il modo, e che rimanda la possibilità che l’organo legislativo conquisti il proprio ruolo nell’assetto autonomistico.
Luis Durnwalder non sarà più presidente dopo 25 anni. In zona Cesarini ha gratificato con il suo (nostro) tesoretto una serie di persone e progetti osteggiati da molti cittadini e ha approvato il progetto di strada per l’Alpe di Andersasc, contro la volontà degli ambientalisti e contro i pareri dei suoi uffici. È da compiangere per non aver saputo lasciare prima, e da biasimare per avere appoggiato fino all’ultimo potentati economici e interessi privati.
Per il Sudtirolo si apre un periodo di speranza e di cambiamento. Se seguirà soddisfazione o delusione, lo vedremo. Ci saranno di certo meno soldi, ma se le priorità nelle scelte di governo saranno condivise con la popolazione e non colpiranno solo chi ha meno voce o meno relazioni in alto, se si riuscirà a smantellare quelle entità burocratiche che si frappongono in molti settori fra il popolo e la rappresentanza politica (le Federazioni, vero strumento di oppressione), se si introdurrà maggiore giustizia fiscale e sociale, potrà essere l’occasione per lo sviluppo democratico del Sudtirolo.
Pubblico e privato
Naturalmente il consuntivo di un anno non è solo politica. C’è l’economia, con alcune imprese in crisi, e la disoccupazione in aumento, ma minore che in altre regioni, anche se è troppo concentrata in alcuni luoghi; gli alberghi sono pieni e il turismo va a gonfie vele nonostante i black-out di Natale sulle strade. Il commercio un po’ meno e fa effetto vedere che mentre la gente cerca di comprare meglio e meno, i politici bolzanini di centro-sinistra programmano sempre nuovi enormi centri commerciali.
La cosa più bella: nel 2013 ha raggiunto i vent’anni la splendida associazione Il Nostro Spazio/Ein Platz für Uns, fondata sui principi di libertà di Basaglia, che costituisce un punto di riferimento per le persone con problemi di salute mentale, e un luogo di meraviglioso volontariato.
Gli avvenimenti più tristi: nel 2013 è scomparso prematuramente Christoph Hartung von Hartungen, storico e cittadino colto e aperto alle culture, e ha chiuso la libreria bilingue Ko-Libri, voluta fra gli altri da Alexander Langer, perché allora, tanti anni fa, c’erano solo librerie italiane o tedesche e noi volevamo leggere di più e diversamente.
Infine, i nostri anni naturalmente sono segnati soprattutto dalle felicità e dai lutti personali, che contano assai più delle rivoluzioni o dei nuovi governi e anche delle crisi economiche.
Auguro alle lettrici e ai lettori di QT un 2014 di gioia e serenità.