C’è turismo e turismo
Capita a volte agli eroi delle fiabe di giungere a un bivio. La strada si biforca: una scende larga e comoda, l’altra sale impervia. Al bordo delle due vie sono sedute due fate, che sorridono invitanti. Quale sarà la scelta, e quali le conseguenze? Un dilemma analogo mi offrono due recenti articoli dedicati alla valle del Sarca e al turismo gardesano. Non sarà fuori luogo fare un confronto.
Il dott. Emiliano Stoppani esamina nella sua tesi di laurea l’attuale impostazione turistica della Busa e ne è entusiasta. Il “Bike Festival” rappresenta in base alla sua ricerca una vetrina pubblicitaria senza eguali, che consente al Garda trentino di farsi conoscere al di fuori dei confini nazionali. Il Garda trentino è insomma la Mecca delle “ruote grasse”.
Il secondo articolo, pubblicato il giorno successivo, mostra invece Castel Madruzzo baciato dall’arcobaleno. Il maniero, messo in vendita al modico prezzo di 5.5 milioni di euro (2.500 mq. di superficie interna, 20 camere da letto e 13 bagni, un parco di 12 ha. di prati e boschi) potrebbe diventare il perno del turismo in Valle dei Laghi. Il topografo Alberto Migliorini di Calavino propone una destinazione a giardino botanico con percorso storico e geologico, sull’esempio di quanto realizzato a Merano con i giardini Trautsmandorf, a capo di un anello pedonale che unisce Toblino, Sarche, Castel Drena, le Marocche e di lì il Garda. Una forma di turismo nettamente contrapposta alla precedente.
Non nutro dubbi: per quanti soldi sia in grado di smuovere il Bike Festival, non credo che l’attuale formula giovi alla lunga al nostro turismo. Dopo tutto il Benaco è stato ammirato da un tempo antecedente rispetto alla mountain bike ed è da secoli conosciuto nel mondo. Il ciclismo acrobatico riempirà certamente i nostri centri storici e le botteghe di articoli sportivi; esso però snatura le nostre montagne, ridotte a piste (vedi il Monte Brione), apre la via al motocross e ai quaid e costituisce una forma di consumismo modaiolo di cui non c’è bisogno. Cosa mai capiranno i ciclisti acrobatici della meravigliosa natura gardesana, dei centri storici, delle chiese, dei monumenti?
Il turismo non è solo un’industria; esso è in primo luogo un veicolo di cultura, un modo per valorizzare e conservare quanto, senza alcun nostro merito, abbiamo ereditato.
In questa direzione mi sembra indirizzata la proposta del dott. Migliorini, al quale auguro di cuore successo.