Quale sanità col nuovo ospedale?
Con chiarezza l’ex direttore del Dipartimento Cardiovascolare del Trentino, il dott. Giuseppe Vergara, chiede ai politici di utilizzare la campagna elettorale per spiegare ai cittadini il modello di sanità e gestione della salute pubblica che avremo in provincia. Si costruisce il NOT, il nuovo ospedale, con riduzione dei posti letto, si chiudono servizi e reparti nelle valli, mentre Rovereto rimane l’eterna cenerentola: la diagnostica di laboratorio e di radiologia sarà quasi interamente trasferita nel capoluogo. Accanto a tutto questo diminuiranno ancora le risorse destinate alla sanità e già oggi non c’è dialogo fra medicina del territorio e ospedali e una frattura netta fra servizi assistenziali e operatori sanitari. Per non parlare delle liste di attesa e della migrazione fuori provincia di troppi pazienti.
Ad oggi le risposte dell’assessore e candidato presidente della Giunta Provinciale,Ugo Rossi, assomigliano a dei balbettii, con dichiarazioni subito smentite dagli amministratori della Valsugana e dai comitati di Fiemme, e dati fasulli sull’utilizzo delle sale chirurgiche, come accaduto in Fiemme. È una sanità che ormai ricalca le caratteristiche tipiche di un’azienda, che porta attenzione alla organizzazione trascurando il paziente. Si fanno viaggiare le famiglie da una valle all’altra per le visite specialistiche e a causa dei tempi d’attesa ormai fuori controllo si costringe il malato, anche grave a pagare la prestazione. Oppure a scegliere il Pronto Soccorso, armato di grande pazienza nonostante la sofferenza. Si chiudono i reparti di fisioterapia perché i dipendenti vanno in ferie, e la specialistica, ovunque, sarà affidata a team di infermieri affiancati da un medico generico in pronta disponibilità.
Sarà questo il futuro della sanità provinciale? Perché si continuano a scaricare costi e spostamenti sulle famiglie? Come faranno i cassaintegrati o le famiglie con disoccupati in casa a sostenere le spese per le cure e l’assistenza? Ed è lecito per i cittadini conoscere i dati disaggregati per aree delle diverse patologie, specialmente quelle più gravi come i tumori, i problemi respiratori, le patologie della tiroide?
Sono domande che riprenderemo in autunno, sperando di aver ottenuto, durante la campagna elettorale, alcune risposte chiare. Anche per permettere ai cittadini di votare i contenuti e non solo in base alla appartenenza. O meglio, per convincere i tanti indecisi, i tanti attirati dall’astensione, ad andare a votare, dando al voto un significato programmatico su un tema centrale della qualità del vivere in Trentino.
È chiedere troppo?