Lettera aperta al presidente Monti
Mi pare di aver capito che a lei interessa conoscere quello che ogni cittadino ha da dire sulla vita civile della propria nazione. Non condivido tutte le sue iniziative, perché la mia formazione è fortemente pacifista, soprattutto nel senso che nelle dispute fra i popoli non si debba mai ricorrere alle armi e tanto meno alle guerre preventive e umanitarie che nascondono molte falsità nelle loro motivazioni. Cito una frase che si sente, ma di cui non viene attuato il contenuto: “Riempiamo i granai e svuotiamo gli arsenali”. Pertanto ho grossi dubbi, contrarietà direi, sull’utilità civica di cacciabombardieri, sottomarini, trafori esagerati, e il costruire sempre e comunque. Non sono preoccupato per la diminuzione del PIL, ma dell’ingiustizia nella distribuzione della ricchezza, del merito visto a senso unico senza umanità, quasi trascurando la capacità delle persone di collaborazione e solidarietà, il merito premiato a senso unico con denaro, denaro, denaro.
Il mio punto di osservazione è limitato, sono un maestro di campagna in pensione dal 1999. Inoltre nel suo progetto di “Agenda Monti” - per tanti versi ragionevole, pacato, attento a una visione globale del mondo, attento a cambiare assieme agli altri paesi e a non rifugiarsi nel provincialismo - non vedo un’attenzione a rinnovare tutto quanto riguarda la casta politica. C’è chi si fida del buon senso di molti cittadini appassionati di sociale che sono chiamati sognatori; c’è chi pensa alla necessità di politici navigati e ben pagati. Io sono del primo tipo.
Così non è evidente il rinnovamento. Ad esempio, chi ha retto il Trentino riuscendo a farsi sostenere dal PD e dagli oltre 200 sindaci è ora una pedina importante della sua “Agenda”. Quest’uomo ha voluto fortemente le Comunità di Valle e, nei fatti, non ha favorito o spinto sulle fusioni di comuni. Sembra che ora abbia il compito di essere ponte fra la Lista Civica per Monti e il PD locale e la SVP nell’ottica di salvaguardare l’autonomia (leggi: frenare il più possibile la perdita di privilegi per noi). Eppure Monti si era espresso contro le Comunità di Valle e le Province e a favore di comuni robusti.
Vedremo come si evolverà questo momento caotico, con un’infinità di partitini che perpetuano gli stessi personaggi. Sembra una corsa a mantenere o conquistare una sedia con relativi rimborsi elettorali usando i cittadini come pedine, costrette a beccarsi il candidato che non conoscono, talvolta venuto da fuori. Sono in atto tutti i trucchi propagandistici e gli slogan imparati a memoria dai vari candidati che impediscono al cittadino di scegliere con coscienza. Una riflessione pessimistica: forse troppi sono contenti di sentirsi dei fan, dei clientes, dei furbi che appoggiano chi egoisticamente li potrà aiutare. Egoismi privati, di gruppo o di casta più che senso civico.
Le faccio il mio augurio che sappia districarsi in questa complicata situazione e che riesca a compiere qualche passo in avanti, non tanto economico, quanto di cultura civile, perequazione, giustizia, senso dello stato e... tanta Europa. Buon lavoro.