Comunità o aggregazione di comuni?
Meglio la formazione di grossi comuni dove tutte le decisioni sono prese all’interno del proprio ambito senza deleghe con responsabilità diretta. Gli organismi intermedi sono come le scatole cinesi della finanza. Mi spiego prendendo lo spunto dall’articolo dell’Adige che riporta il parere del segretario comunale dott Mario Maccani. Vista la fine dei comprensori, teoricamente validi ma con un funzionamento farraginoso dovuto a una sommatoria di interessi locali che trascurava la visione d’insieme, si doveva puntare sulla fusione dei comuni. Il dott. Maccani ha spiegato le manchevolezze tecniche e di gestione (nuovi dipendenti o dipendenti da portare in periferia?). Condivido, ma dall’articolo si capisce anche che la materia è complessa. Le fusioni non sono appoggiate dalla Provincia con la scusa che non si possono forzare. Con queste nuove disposizioni sui servizi obbligatori da affidare alle CDV, malgrado il malcontento di molti comuni di dimensioni discrete, si dimostra che si potrebbero stimolare, obbligare anche le fusioni dei comuni per razionalizzare il funzionamento e renderlo meno costoso, come richiederebbero i tempi attuali. Se poi ogni CDV dovesse diventare un unico comune, come lascia intravedere l’articolo, potrebbe essere accettato qualche mugugno. La CDV della Paganella dovrebbe proprio essere un comune unico.
Ricordo alcune decisioni della mia CVD della Val di Non. Per quanto riguarda il crossodromo da realizzare a Coredo, benché l’APT fosse contraria, in pratica se ne è lavata le mani e la Provincia dà un sostanzioso contributo (soldi nostri). Per il problema del campo di volo di Vervò ha fatto altrettanto: che facciano quelli di Trento.
Ora menano il vanto di aver, fra l’altro, dato l’OK a due caserme dei pompieri per Sfruz e Sporminore. Da notare che oggi sulla stampa si legge che la Provincia dà lo stop a inceneritore e caserme. I comuni della Predaia stanno lavorando per arrivare alla fusione. Le caserme dei pompieri non mi pare che abbisognino di urgenti ristrutturazioni, compresa quella di Vervò. Il prezioso servizio dei vigili del fuoco potrebbe essere migliorato per tutta la zona della Predaia senza nuovi manufatti inutili. Purtroppo nella mentalità dei cittadini e degli amministratori locali è diffuso il concetto di richiedere investimenti nel proprio comune e che li paghi la Provincia, senza un’analisi sulla loro necessità ed economicità.
È vero che il referendum abrogativo delle Comunità di valle non ha raggiunto il quorum, in questo modo lasciando le cose come stanno. Resta il fatto che oltre il 90% dei votanti era per l’abolizione; né si può argomentare che il 70% che non ha partecipato al voto fosse a favore. Forse si può presumere che gli astensionisti ascoltarono il richiamo del potere e stettero a casa. Così noi cittadini trentini abbiamo quello che ci meritiamo e non sarà facile uscire da questa complicata situazione senza sprecare soldi dei cittadini (non della Provincia). Serve il referendum senza quorum: sta ai cittadini richiederlo. Se ci fosse la regola del quorum le elezioni in Sicilia sarebbero nulle.