Strade forestali a rischio
La terribile tragedia che ha colpito la comunità del Bleggio con la morte delle due donne che viaggiavano con un quad su una strada forestale deve fare riflettere i troppi sindaci e i presidenti delle ASUC che con superficialità hanno aperto al transito la viabilità forestale ai residenti. Le strade di tipo B sono ormai aperte a tutti su parere del sindaco, altre, quelle di arroccamento (centinaia di altre strade) sono state aperte al transito di cacciatori e portatori di handicap. In pratica ogni giorno di caccia i nostri boschi vengono invasi dal passaggio di auto, quad, moto. Rallysafari in quota. Tutto questo vanifica in gran parte la sorveglianza del territorio da parte degli agenti preposti, ormai derisi in ogni vallata dai troppo furbi e da gruppi di cacciatori fra loro sempre più organizzati e solidali.
Oltre a questo sconsolante quadro, voluto dalla giunta provinciale e sostenuto da una grande maggioranza trasversale del Consiglio, il ripetuto incidente mortale su una stessa strada ci pone un altro problema non secondario. Tutta questa viabilità, oltre 6 mila chilometri, è priva di collaudi. Sono strade costruite per il lavoro in bosco, giustamente prive di protezioni e facilmente deperibili in seguito a temporali o per la scarsa manutenzione operata da molti enti proprietari. Qualunque persona dotata di buon senso comprende come risulti impossibile garantire sicurezza su questa viabilità.
Nonostante questo dato, la superficialità dei nostri amministratori pubblici permette a migliaia di persone di frequentarle con ogni mezzo. Dopo un simile incidente e dopo aver pregato con umiltà per le persone morte, penso sia venuto il momento di ripensare la liberalizzazione del transito dei mezzi a motore sulle strade forestali. L’uso dell’auto non è un diritto di uso civico e nessuno ha mai impedito, a chi esercita i veri usi civici, il passaggio sulla viabilità forestale.
Cominciamo a pensare: perché una assicurazione dovrebbe risarcire i danni dei veicoli o delle persone nell’uso di viabilità non collaudata? Si arrangi il sindaco che ha dato l’autorizzazione. Pensiamo a quante cause civili esploderanno: le persone che subiscono incidenti, anche meno gravi dei recenti, si rivolgeranno alle amministrazioni pubbliche, comuni, ASUC, Comunità, quindi direttamente ai sindaci che hanno rilasciato le autorizzazioni al transito, chiedendo il giusto risarcimento dei danni subiti: o causa l’incuria, o un sasso appena caduto, o una pianta o un temporale che abbia solcato in modo deciso queste strade rendendole sconnesse. O una improvvisa foratura.
Negli ultimi quindici anni abbiamo visto come sia crollato il senso civico degli amministratori pubblici nella tutela degli ambienti forestali e della fauna selvatica, a partire dalla Provincia per scendere al livello del più piccolo comune: forse questi argomenti tanto venali porteranno ad altre riflessioni e a maggiore severità nel rilascio dei permessi di transito. Meglio sarebbe ritornare alle leggi, chiare e semplici, che regolavano la materia ai tempi di Walter Micheli. Un politico che ha dimostrato con i fatti di rispettare pascoli, boschi e fauna selvatica.