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Quando la nave affonda

I consiglieri provinciali del Pdl Rodolfo Borga e Pino Morandini si autosospendono dal coordinamento regionale del partito, subito seguiti da altri 5 coordinatori provinciali o regionali. Borga non approva l’appoggio dato dal partito al governo Monti e detesta l’Imu. Così si sta dando da fare per la creazione di una qualche lista civica, insieme col presidente degli artigiani De Laurentis e il sempreverde, mai rassegnato Silvio Grisenti. Quanto a Morandini, è critico per i troppi poteri assunti da Giorgio Leonardi. Il quale reagisce prendendosela con chi “ha sfruttato il simbolo e i voti del Pdl per essere eletto e ora, quando tocca far fronte alle responsabilità, si tira indietro”. Il partito, insiste, “non è un bancomat o un bus da usare quando serve e scaricare quando è scomodo”. Sulla stessa linea, ovviamente, il senatore Cristano De Eccher, che dopo un accenno che non guasta mai alla “deriva culturale della sinistra”, nega ogni evidenza riguardante le difficoltà del centrodestra: “Abbiamo aumentato gli iscritti, aumentiamo i punti di riferimento sul territorio e siamo ancora noi a rappresentare l’alternativa a Dellai... Il Pdl c’è, lavora e cresce”. Sicché, conclude Leonardi, “se anche perdiamo le tessere di Borga e Morandini... non ne farei un dramma”; e boccia la rincorsa a “liste civiche senz’anima per questioni di visibilià personale da parte dei colleghi in uscita”. Ci pare condivisibile questo rilievo sulla strumentalità di certe liste civiche; ma non è proprio Berlusconi che ha dato il via alla rincorsa?

Riassumendo, tutto va bene; e ha quindi buon gioco il Trentino a scherzarci: “Dalle macerie del centrodestra spunta la bandiera del Popolo della Libertà”, per poi rilevare più seriamente: “Ovvio che il senatore ha dovuto dimostrare una certezza granitica, quando invece alla base questa certezza non c’è”.

Se nel Pdl c’è baruffa, la Lega - per intanto quella trentina - semplicemente, si sta disfacendo. Il consigliere provinciale Mario Casna è uscito dalla rappresentanza provinciale aderendo al gruppo misto, mentre la sua collega Franca Penasa sembra avviarsi sulla stessa strada; per ora lamenta scarsa trasparenza nella gestione politico-amministrativa e da qualche tempo non paga più le quote al partito. “Io - spiega - ho chiesto trasparenza e che i bilanci della Lega vengano messi nel sito del partito. Chiediamo chiarezza, io non ho soldi in Tanzania e non voglio rimetterci per cose che non conosciamo”.

Il suo atteggiamento non è gradito dai vertici leghisti e la Penasa, raccontano i giornali, “sarebbe stata presa a male parole e aggredita anche fisicamente dal capogruppo Alessandro Savoi, tanto da da sporgere denuncia ai carabinieri”. Ma Savoi - va detto - “nega (almeno) di avere alzato le mani”. E non è finita, perché altri due consiglieri, Giuseppe Filippin e Luca Paternoster sono in rivolta. Filippin: “Per il partito noi siamo solo dei pagatori, è l’unica cosa che interessa... Il partito è cambiato dopo l’esperienza di governo. Democrazia e trasparenza sono fondamentali. Perché non possono essere i consiglieri a scegliersi il capogruppo? Se la maggioranza non vuole Savoi, dev’essere libera di scegliere un’altra persona”.

Anche qui, come nel Pdl, gli evidenti malesseri non suggeriscono alcuna riflessione; ed Enzo Boso, com’è suo costume, va per le spicce: “A me pare che la questione della Lega trentina sia solo una questione di soldi. Qualcuno pensa di rincorrere i suoi interessi personali anziché dei cittadini e del partito... I tre non pagano la quota da mesi”. Quindi “o si ravvedono, o sono fuori dal partito”. E come nel caso del Pdl, nessun problema, la situazione è eccellente: ““Correnti? Quali correnti? - si chiede Boso - È stato qualche giornalista a inventarsi la storia che nella Lega ci sono spaccature... La Lega è unita”.

E in effetti, appena il giorno dopo, quasi tutto finisce a tarallucci e vino, con due dei tre dissidenti rientrati inaspettatamente nei ranghi. Ma intanto al congresso leghista, Bossi attacca quelli che hanno impugnato le scope e ipotizza che con la riforma dello statuto del partito i maroniani abbiano voluto imbrogliarlo.

Appuntamento alla prossima.