Un modello da esportare?
Qualche tempo fa si è svolto a Trento il Festival dell’economia durante il quale ho assistito all’intervento del ministro Fornero, che ha elogiato il “modello trentino, in particolar modo il modello cooperativo, da esportare anche al Sud Italia”. Dopo queste affermazioni ho fatto qualche amara considerazione sulla spiacevole situazione che il sottoscritto subisce da più di un decennio. Spiego brevemente i fatti.
Nel 1999 ho prenotato un alloggio dalla Cooperativa La Rocca (associata alla Federazione Trentina delle Cooperative); costo al momento della prenotazione (esprimo i valori in euro per semplificare) € 147.000. Nel 2006, dopo ripetute richieste, la cooperativa mi invia la contabilità definitiva da cui risulta un costo definitivo di € 176.000, con una differenza di ben € 28.000. Chiedo spiegazioni, ma attendo ancora una risposta. Preso possesso dell’alloggio, sono state rilevate irregolarità edilizie in tema di barriere architettoniche che ho segnalato agli uffici comunali e per le quali il direttore dei lavori ha patteggiato una pena pecuniaria per dichiarazioni non veritiere. Come mai sono stati concessi sia l’abitabilità sia il finanziamento pubblico previsto per l’edilizia agevolata nonostante le irregolarità? Dopo qualche settimana di permanenza nell’alloggio si sono evidenziati diversi difetti di costruzione che, nonostante le innumerevoli richieste alla cooperativa, non sono stati rimediati. Nel 2008 un consulente tecnico nominato dal Tribunale ha quantificato tali danni in € 9.000 più IVA. In seguito a tale perizia e vista la non volontà della cooperativa di porre rimedio, mi sono visto costretto a intentare una causa civile per veder riconosciuto il diritto di risarcimento, ma purtroppo i giudici hanno sentenziato a mio sfavore sia in primo che in secondo grado, con la motivazione che si doveva procedere con un arbitrato anziché con una causa civile e senza entrare nel merito della vicenda. Ora mi trovo a dover affrontare una situazione pesantissima: dovendo pagare le spese legali delle controparti (circa € 21.000), mi è stato pignorato l’assegno di pensione e sono in attesa dell’ufficiale giudiziario per il pignoramento delle cose mobili in mio possesso. A questo punto confido in una sentenza favorevole del giudizio di terzo grado, anche se purtroppo prevedo tempi lunghi. Aggiungo - anche se la cosa non ha attinenza con quanto sopra - che la cooperativa mi ha richiesto il pagamento dell’IMU precisando che devo applicare l’aliquota ordinaria (per le seconde case).
Io, vivendo a Trento, dovrei apprezzare la qualità della vita che “il modello trentino, in particolar modo il modello cooperativo da esportare anche al Sud Italia”, mi offre? Lascio al lettore ogni considerazione in merito.
Giovanni Pallaoro, socio della Cooperativa “La Rocca”