Senza lavoro e senza casa
Da mesi, a Trento, un consistente numero di lavoratori ora disoccupati (si tratta di circa 50 persone) di origine maghrebina vive in condizioni di disagio. La perdita del lavoro in conseguenza della crisi è la causa dei loro problemi. Ha significato, infatti, la perdita dell’alloggio (non potendo più pagare l’affitto), difficoltà nel rinnovare i permessi di soggiorno e la precarietà del loro sostentamento. La situazione è aggravata dal fatto che, tornando ai loro paesi, essi vedrebbero vanificati anche i contributi previdenziali versati in anni di lavoro in provincia di Trento, non essendo stati stipulati gli accordi internazionali che ne prevedano il riconoscimento.
Alcune di queste persone hanno lavorato anche nelle cave di porfido e per questo il Comitato Dignità ha ritenuto doveroso farsi loro portavoce, non avendo loro fin qui trovato alcun ascolto, neppure presso il sindacato. La risposta è stata solo un desolato “Ci dispiace”, tanto che alcuni di questi lavoratori hanno detto di sentirsi ormai “delle borse piene di mi dispiace”, esasperati e senza speranza.
Abbiamo chiesto all’Amministrazione cittadina un incontro urgente per cercare di individuare eventuali soluzioni, in primo luogo per quanto riguarda l’emergenza alloggio di queste persone che sono attualmente costrette a dormire per strada o sotto i ponti di Trento e non certo per loro scelta. Una terra come il Trentino, che nel recente passato ha conosciuto i drammi dell’emigrazione, non può restare insensibile di fronte a questa situazione che offende gravemente la dignità umana.
Youssef Marras, Walter Ferrari, Kamber Mazlami, portavoce del Comitato Dignità Cave Porfido