Lotterie incivili, 2
Con riferimento all’annunciata lotteria, organizzata dalle “Cacciatrici trentine” in occasione della prossima edizione di “Expo Riva Caccia Pesca Ambiente”, che mette in palio, tra i premi, anche degli animali vivi, o meglio il diritto di uccidere un animale in libertà nei nostri boschi, come per esempio un camoscio o un capriolo, desidero esternare la mia perplessità circa l’opportunità di mettere in palio, in un’occasione ludica come quella di partecipare ad una lotteria, la vita di grandi mammiferi che, al di là della tutela naturalistica, rappresentano il momento apicale di milioni di anni di evoluzione, e che ci sono anche vicini dal punto di vista biologico.
Auspico pertanto che, anche per rispetto della sensibilità della stragrande maggioranza della popolazione, in particolare dei bambini che sicuramente affolleranno gli stand dell’Expo e che potrebbero essere anche tra i potenziali vincitori dei “premi”, gli organizzatori della manifestazione sostituiscano i premi annunciati con altri più consoni e più accettabili da parte dei potenziali concorrenti della lotteria e della pubblica opinione.
Si nota negli ultimi tempi il diffondersi di simili pratiche, che si inscrivono in una dilagante e pericolosa euforia da “gioco”, che tende sempre più a sostituirsi, fino a diventare una vera e propria dipendenza alla stregua di una droga, alla più corretta tradizione di ottenere una lecita ricompensa con la fatica e il lavoro quotidiano, senza illusorie scappatoie. Si segnala infine che tale pratica potrebbe essere penalmente perseguibile, trattandosi di un “commercio di animali vivi” vietato dalla Legge Provinciale sulla caccia (art. 38), che vieta a chiunque di “detenere, acquistare e vendere esemplari di fauna selvatica”. E una lotteria, che mette in vendita dei biglietti, è comunque una forma di commercio.
Renza Bollettin, assessore alle Politiche Ambientali di Riva del Garda.