"Speriamo nei rapporti trasversali..."
I resoconti della Camera (disponibili su Internet, per chi volesse documentarsi) sono molto chiari: la riforma costituzionale sulle Regioni testé approvata (in prima lettura, il percorso è ancora lungo) è stata possibile solo grazie al lavoro continuo dei deputati trentini Luigi Olivieri e Sandro Boato, intervenuti su ogni emendamento per correggere, limare, trovare convergenze. E riteniamo sia giusto renderne loro atto. "Effettivamente siamo riusciti a superare momenti di forte difficoltà - ci dice l’on. Olivieri dei Ds - Basti pensare che l’emendamento di AN e Lega, e fatto proprio da Forza Italia sul mantenimento dell’ordinamento attuale, con le due Province che discendono dalla Regione, è stato respinto per soli tre voti. Poi un nostro lavoro di convincimento ha dato modo a FI di sganciarsi da AN..." Come è potuto succedere? "C’è stata una condivisione del problema della governabilità, dell’efficienza dell’amministrazione regionale: con questa riforma si introducono l’elezione diretta del presidente, gli assessori esterni, la sfiducia costruttiva; non poteva Forza Italia dire: tutto questo mi va bene in Sardegna e Sicilia dove posso governare, e non in Trentino, che rimane il fanalino di coda del sistema di governo locale..." E come mai i forzisti trentini invece rimangono su queste posizioni così conservatrici? "Mah, Santini e Perego non si sono resi conto di non poter fare un’opposizione preconcetta, avendo come fine non i contenuti, ma la divisione della maggioranza. Così facendo, invece di essere un centro-destra innovativo, finiscono con lo schiacciarsi o su Dellai, o sugli attuali partitini di centro senza futuro, o magari su Taverna che sulla Regione è super-immobilista." Mentre invece Forza Italia nazionale... "Hanno capito che su questi temi non si può ragionare a macchia di leopardo. E difatti l’on. Frattini non ha mai posto il problema del Trentino; risolti - e credo bene - alcuni problemi legati alla tutela del gruppo italiano dell’Alto Adige, dopo una notte di lavoro si è arrivati a un accordo convinto." E così la riforma è passata: con 220 sì, tutta la maggioranza, compresi i socialisti (nonostante gli sforzi anti-riformatori di alcuni dei socialisti trentini), 67 no (Lega, Rifondazione, cossuttiani), 147 astensioni (FI e AN). Il problema è ora il passaggio al Senato, dove invece di Olivieri e Boato ci sono gli avversari della riforma, i senatori Robol e Andreolli del Ppi. Possiamo nutrire delle speranze? "Alla Camera abbiamo visto che dialogando con i parlamentari del Ppi nazionali abbiamo ottenuto il loro appoggio..." - risponde l’on. Boato dei Verdi. Ma al Senato voi non ci siete. "Sui grandi temi di ordinamento, è possibile, come avvenuto sulla par condicio per esempio, tessere rapporti trasversali tra deputati e senatori. Non sono pessimista, penso che la partita per la riforma sia ancora tutta aperta." Certo che la società civile non vi sta dando alcun significativo sostegno... "Da una parte c’è un’obiettiva difficoltà tecnica a capire meccanismi legislativi abbastanza complessi, e dall’altra anche una legittima stanchezza, dopo anni di parole, montagne di articoli che non hanno portato a nulla. Comunque è vero, c’è da rimanere sconcertati di fronte a tutti coloro - intellettuali, giornalisti, industriali, ecc. - che hanno promosso e sottoscritto grandi appelli quando la riforma era auspicata ma non all’ordine del giorno; e che ora sono scomparsi, ammutoliti, proprio quando si sta con grandi difficoltà decidendo. E ribadisco, questa riforma è davvero importante, se approvata, cambierà la faccia del Trentino."