Per stare in compagnia?
E la tanto decantata funzione socializzatrice del Bingo? È presto per trarre conclusioni, ma ad occhio non la si vede: acquistate le cartelle, riposto il portafoglio e afferrato il pennarello, il giocatore si concentra sulla voce dello speaker: estrazioni una dietro l’altra e in pochi minuti la partita si esaurisce senza lasciargli tempo di razionalizzare la frustrazione della perdita che, al contrario, si traduce in un incentivo a rifarsi acquistando altre cartelle.
Il tempo non gli mancherà: per regolamento, le sale devono rimanere aperte almeno otto ore al giorno per sei giorni a settimana e comunque tutti i festivi.
Squagliato l’effetto curiosità, le sale Bingo - misure minime 600 metri quadrati di cui 450 per il gioco e 150 per i servizi - finiranno per assomigliare sempre più ad una sala giochi dove, davanti ad una fila di slot machine, decine di giocatori inseguono ognuno per conto proprio la fortuna.
E i giovani? Sembrano poco attratti dal Bingo perché non è un vero gioco d’azzardo, non sentono il fascino di un gioco senza cervello, preferiscono il videopocker ed hanno mille altri posti dove fare quattro chiacchiere in compagnia.