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Difendiamo la zona del Casteller

Direttivo WWF Trentino Alto Adige

Con recente Deliberazione il Cmune di Trento ha adottato ai sensi dell’art.42 della L.P. 5-XI-91 n°22 una variante al PRG relativa ad una "Nuova strada d’accesso alla cava Ronchi di Mattarello".

Ci risulta che già numerosi residenti abbiano presentato osservazioni in merito a questo progetto, facendo presenti le gravi ragioni che ne consigliano l’abbandono. La Delegazione Trentino-Alto Adige del WWF appoggia pienamente queste opposizioni, e ciò per i seguenti motivi:

L’estesa area boschiva che si stende sulle pendici orientali della collina di Trento tra la città e il sobborgo di Mattarello, includendo il Dosso di S. Rocco con le relative fortificazioni, nel perimetro compreso tra la strada provinciale della Fricca e la nuova variante che collega questa alle Novaline e a Mattarello, costituisce un complesso paesaggistico e ambientale di altissimo valore, tanto più prezioso data l’immediata vicinanza al capoluogo. La zona, tra l’altra di recente abbellita e completata da un nuovo parco botanico, è rimasta fino ad oggi quasi intatta con il suo corredo di ville, vigneti e boschi. Il Casteller può probabilmente considerarsi il più bell’esempio di paesaggio suburbano collinare dell’intero Trentino. Vi sono compresi piccoli laghi, zone umide e con grandissima probabilità uno straordinario patrimonio archeologico di età romana e forse preistorica.

All’interno di questo straordinario ambiente si è purtroppo collocata la Cava Ronchi, presenza del tutto incongrua e inopportuna, che ha apportato un vistoso sfregio ormai difficilmente sanabile.

Il recente consenso rilasciato dalla Provincia alla prosecuzione dell’attività della cava per ben dodici anni, trascurando la preziosa occasione di un recupero dell’aerea in occasione della scadenza di concessione, costituisce un’ennesima disarmante riprova dell’incuria e dell’insensibilità dei nostri amministratori nei confronti della difesa del paesaggio e della tutela ambientale.

Giunge ora la citata variante la quale, con la dubbia motivazione di fornire al predetto centro di scavo e riciclaggio di inerti, pessimamente collocato, una migliore strada di accesso, propone la realizzazione di uno stradone della larghezza di ben otto metri, destinato a squarciare e trasformare completamente l’intero paesaggio della zona del Casteller. La cava Ronchi impone ormai da molti anni la propria ingombrante presenza, utilizzando evidentemente senza insuperabili inconvenienti le vie d’accesso già presenti in zona. Non risulta chiaro quali improvvise necessità richiedano ora una nuova strada di misura talmente spropositata.

E’ evidente che una via di accesso di quella larghezza avrà inevitabilmente effetti dirompenti sul delicato equilibrio urbanistico del Casteller, "valorizzando" la zona ai fini edilizi e moltiplicando il valore dei terreni. Le passate esperienze e i molto discutibili risultati della gestione del territorio a partire dal dopoguerra non inducono certo a ottimismo sulla capacità dell’amministrazione comunale di gestire il prevedibile impatto.

Si prospetta poi, tra le altre ragioni addotte nella contestata delibera, la prevista realizzazione, da parte dell’Associazione dei Cacciatori, di un "Parco della Fauna Alpina", che dovrebbe modellarsi sul precedente Alpenzoo di Innsbruck (vedi Uno zoo a Trento?). Neppure tale progetto, che non sembra comunque compiutamente definito, giustifica la realizzazione di una via d’accesso tanto impattante. In ogni caso appare indispensabile che la riprogettazione della viabilità abbia luogo nell’ambito di un piano complessivo di riordino e sistemazione dell’intera area collinare del Casteller, nel quale anche il vagheggiato centro zoologico (da realizzarsi comunque da parte dell’ente pubblico e non dall’organizzazione dei cacciatori) abbia a trovare armonica e razionale collocazione.

Resta infine da citare, certo non ultima per importanza, la necessità di un fermo e totale rispetto delle presenze archeologiche, che nessuna nuova strada dovrà manomettere o addirittura distruggere.

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Giusi Ferrari

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