Trentino in metrò, si salvi chi può
Dellai l’ha definito "il mio sogno", ma per i trentini sarà un incubo. Il mega progetto dei metrò in ogni valle, con la spaventosa spesa di 5 miliardi di euro (quella prevista, quella reale nessuno la conosce), fa a pugni non solo con la sostenibilità economica, sociale e ambientale, ma anche con la logica. Questa follia viene giustificata, incredibilmente, col pretesto di voler evitare la "desertificazione" della valli: ma il metrò non risolve un bel nulla ,perché accorciare i tempi di percorrenza dalle valli verso il capoluogo significa semplicemente creare un esercito mostruoso di pendolari.
Lo spopolamento delle valli si contrasta creando in loco nuove opportunità di sviluppo, nuovi posti di lavoro, decentralizzando gli uffici, non coi me
trò. Per chi si reca saltuariamente a Trento, mezz’ora in più o in meno non fa gran differenza, mentre la fa per il pendolare che è costretto a viaggiare tutti i giorni. Ma pendolarizzare tutto il Trentino è una follia, specie se si considera che con gli stessi soldi, anzi con molto meno, si può migliorare la viabilità, sostenere le economie locali, decentrare gli uffici, incentivare il telelavoro. Per esempio, si spende la bellezza di 128 milioni di euro per una sola galleria, quella dei Crozi, ma con fatica e con ritardo appena 8 per portare la banda larga nelle valli non coperte (col wi-fi). Se davvero si ha cuore un Trentino futuro "a misura d’uomo" bisogna pensare ad uno sviluppo diffuso nelle valli, non dei pendolari; ma la Provincia con la sua pletora di uffici e migliaia di dipendenti è la principale responsabile di quell’accentramento che incentiva il pendolarismo e lo spopolamento delle valli.
Il progetto di realizzare la follia di una metropolitana in ogni valle si spiega solo con "il sogno" di realizzare la più grande magnadora di tutti i tempi. Non a caso il progetto viene annunciato oggi in vista delle prossime elezioni. Ma per cosa? Per risparmiare mezz’ora (in media) sui trasferimenti con il capoluogo? Il metrò più di tanto non funziona e questo è dimostrato dalla Trento-Malè: nonostante il treno, la viabilità della Val di Non in certe ore è un inferno con code chilometriche.
E’ questo il Trentino che si vuole? Il Trentino delle tangenziali, delle rotatorie e degli svincoli colossali tipo Cadine che hanno letteralmente sconvolto e distrutto un pezzo di paesaggio?
Se questo progetto pazzesco dovesse prendere il via, il Trentino sarà definitivamente devastato dalla tremenda infrastrutturazione necessaria ad un progetto ciclopico come questo, con nuove strade, svincoli, ponti, rotatorie, cavalcavia, stazioni, parcheggi: i lavori dureranno decenni con un numero infinito di cantieri e una via vai ininterrotto di camion e ruspe in ogni dove. Basti pensare al disagio enorme provocato dai 2 km della sola galleria dei Crozi; qui invece si parla addirittura di 170 km complessivi di metrò. Le "grandi opere" oggi sono in realtà le foglie di fico per nascondere nuove e gigantesche speculazioni, con la scusa dell’interesse pubblico.