Come è vista l’Italia
Per me era stata una sorpresa, non lieta, scoprire che in America, nei primi anni ’60, l’Italia era considerata più o meno appartenente al Terzo Mondo (con domande tipo "In casa ce l’hai l’acqua? E l’elettricità?") E che le stesse barzellette un po’ razziste che da noi circolavano con il tedesco testa dura, venivano riportate con l’italiano puzzolente (e non era tutto sbagliato: i nostri standard igienici di allora, un bagno – la doccia era poco praticata - alla settimana, disgustavano gli americani).
E oggi?
Martina: "A Boston l’Italia è vista benissimo: è considerato un paese raffinato, per via della moda, del cibo, delle ragazze ritenute splendide. E amano anche la nostra lingua, che in molti, inaspettatamente, si mettono a studiare".
Serena: "Lo stereotipo russo è quello dell’italiano tutto mafia e spaghetti. Me lo sono trovata cucito addosso, ma non mi ha pesato: sapevo che non avrebbe retto a una conoscenza appena più approfondita. E così è stato: c’è stata una diversa considerazione, prima di me come persona, poi - credo - anche dell’Italia".
Silvia: "In Honduras l’Italia è un mito, a cominciare dalla cucina. Mi sono trovata a dover cucinare a tutti i costi, anche per 40 persone, e io non so cucinare. Così seguivo alla lettera le ricette che mi mandava dall’Italia mia madre, e per i miei commensali il risultato era sempre ottimo, ma solo perché ero italiana".
Tiziano: "Ero un semidio, solo perché occidentale; e italiano. Mi dicevano che assomiglio a Kevin Costner, o a Tom Cruise, a piacere: figuriamoci! Dell’Italia conoscono pasta, pizza, mafia, ma anche Giulio Cesare e Mussolini: a differenza di noi, che della Cina non sappiamo nulla, a loro insegnano le grandi linee della storia italiana".