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Sport e doping

Leonardo Pavoni

E’ ufficiale, il giro d’Italia passerà da Rovereto il 20 maggio 2005. Una grande opportunità ed una grande vetrina sul mondo per la nostra città. Ne beneficeranno tutti, il Mart, il turismo, i ristoratori e gli albergatori, i nostri politici e forse anche qualche cittadino. Non dimentichiamo però che il 31 maggio di due anni fa il ciclismo era nella bufera a causa dello scandalo doping, e nonostante ciò alla partenza della tappa, in corso Bettini davanti al Mart, tutto avvenne come se niente fosse accaduto.
Ricordo ancora le parole che mi disse un nostro politico (tuttora in carica) alla vigilia della tappa riguardo all’idea di schierare delle scolaresche con le bandierine per festeggiare i corridori alla partenza: "Che esempio stiamo dando ai nostri figli dopo quanto è accaduto?"

Ebbene, come vedete non è cambiato nulla, il Giro è ancora qua e l’ipocrisia trionfa. Un’ipocrisia profonda e radicata, che porta i dopati scoperti e dichiarati a venir osannati nonostante tutto, con tanto di gran premio della montagna intestato a loro nome, Cima Tizio, Cima Caio, tutto questo per non dimenticare coloro che, in realtà, andrebbero ricordati e portati ad esempio solo per la loro bassezza, altro che immortalati per l’eternità!

Ormai tutti lo sanno, tutti ne parlano e qualcuno lo scrive anche: lo sport (non solo il ciclismo) a questi livelli ed a questi ritmi senza doping non esisterebbe. Cerchiamo di essere onesti, il doping è una brutta realtà dello sport che tutti a parole vorrebbero cambiare, ma purtroppo fa parte non solo della vita dell’atleta moderno, ma - cosa ben più grave - anche del pensiero comune della collettività. Oramai ci siamo abituati, il doping non fa più scalpore ed è entrato nella nostra quotidianità, anzi siamo ad un punto che ci dà fastidio sentirne parlare; ci dà tanto fastidio che siamo arrivati a dire: facciano quel che vogliono, basta mi lascino in pace!

Senza rendercene conto, così facendo siamo entrati di diritto nel grande club dei complici. Quante volte avete portato vostro figlio a fare sport, sperando per lui in una vita sana, lontana dai vizi e dalla droga? Purtroppo non basta, perché potrà succedere che anni ed anni di duro lavoro svaniscano nel nulla davanti ad un idolo costruito sulla menzogna, magari con un onorificenza da cavaliere puntata sul petto.

Purtroppo le istituzioni che dovrebbero intervenire avendo i poteri per combattere questo cancro, stanno alla finestra a guardare, inerti, avallando così di fatto il doping, che in questo modo avrà sempre partita vinta.

Vi siete mai chiesti a quante aziende e a quante persone dà lavoro il doping? Provate a immaginare quanti personaggi si sono arricchiti con il doping, o quanti professionisti mantengono la famiglia lavorando attorno a questo fenomeno. Il doping in Italia ha dei numeri da far impallidire, inoltre troppi sono gli interessi ed i personaggi eccellenti legati ad esso, impossibile batterlo!

Una sola cosa ci resta da fare: seguire la dritta di un proverbio che dice: "Se il nemico non puoi batterlo, alleati!"

Leonardo Pavoni,
ex campione del mondo di kick boxing

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