ll foglio di via a Donatello Baldo /2
L'Italia è in guerra e la libertà di opinione sancita dalla nostra Costituzione è sempre più messa in pericolo da spinte antidemocratiche intolleranti e scioviniste.
Questi atteggiamenti si riflettono sul comportamento delle forze dell’ordine, che in modo autoritario e con finalità repressive invadono lo spazio della politica, dando una risposta sul piano dell’ordine pubblico a ciò che fa parte della sfera del dibattito democratico.
Le forme colorite e provocatorie di contestazione messe in atto dalla Tanaliberatutt@, mai violente nei confronti delle persone, possono essere oggetto di critica e discussione, ma non possono divenire la scusa per mettere il bavaglio a persone o movimenti che hanno sempre agito alla luce del sole e che si fanno portatori di valori di pace, eguaglianza sociale, solidarietà e giustizia.
L’utilizzo repressivo del foglio di via è intollerabile. Esso non deve mai essere utilizzato per ipotetici reati collegati alla libertà d’espressione, soprattutto se presunti. Chiediamo perciò a tutti coloro che condividono i valori fondanti della nostra Costituzione di esprimersi contro l’ipotesi, ventilata dal questore di Trento, di utilizzare questo strumento contro Donatello Baldo, uno degli attivisti della Tanaliberatutt@.
Esprimiamo a Donatello Baldo e alla Tanaliberatutt@ la nostra solidarietà e chiediamo al Questore di smentire pubblicamente la notizia riportata oggi da un quotidiano locale secondo il quale Donatello Baldo potrebbe essere colpito da questo provvedimento, che non è altro che una scappatoia troppo facile e per nulla democratica, né giusta, né saggia.
Durante la redazione della Costituzione all’indomani della guerra Giuseppe Dossetti aveva proposto un articolo, poi non accolto, che recitava così: "La resistenza, individuale e collettiva, agli atti dei poteri pubblici che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto-dovere di ogni cittadino".
Considerarsi cittadini del mondo e non ichinarsi davanti a nessuna bandiera e a nessun inno nazionale è il nostro modo di mettere in pratica quella resistenza di cui parla Dossetti e di batterci contro il ritorno del nazionalismo e del pericolo autoritario che esso sempre porta con sé.