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A proposito della candidatura Detomas

Carlo de Giovanelli

Non sono più iscritto da alcuni anni ai DS, resto però sempre convinto della necessità di una sinistra responsabile e seria, rispettosa dei ruoli e delle regole, una sinistra che si fa carico dei problemi anche e soprattutto quando sono grossi (vedi assessorato alla Sanità) che rifugge da tentazioni demagogiche e derive populiste.

Questo modo di intendere la sinistra ha incontrato altre sensibilità politiche con le quali si è deciso d’intraprendere un percorso unitario, che ci porterà ad affrontare, uniti alla Margherita, ai Socialisti, ai Repubblicani, le prossime sfide politiche..

Le scadenze che abbiamo di fronte sono tali da ritenere che ogni sforzo vada fatto in questa direzione, che ognuno debba fare un passo indietro dalle proprie supposte ragioni per vincere le prossime elezioni europee, completare il processo d’unità nell’Ulivo e prepararsi a governare il paese, togliendolo dalle mani di questa destra non solo rozza ed antidemocratica, ma pure inetta e fallimentare anche su temi considerati di destra quali l’economia e la sicurezza.

A livello nazionale si è dato corpo alla lista unita, non senza difficoltà, ma con coraggio e decisione.

A Trento invece, i giornali e le cronache sono piene di dichiarazioni, di prese di posizioni, di precisazioni, di questo o quel rappresentante in una sorta di "furore " comunicativo, in uno stillicidio di posizioni personali, nelle quali è impossibile identificarsi, riducendone così, di molto, "l’appeal" politico nei confronti dell’elettorato.

Mi riferisco soprattutto a certi "mal di pancia" conseguenti al risultato delle elezioni regionali, ascrivibili più alla sfera delle delusioni personali che a quella delle rivendicazioni politiche, peraltro tardive oltre che improvvide.

L’ultima polemica con gli alleati della Margherita riguarda la candidatura di Beppe Detomas alle europee, candidatura che ritengo non solo degna di essere avanzata, ma importante e forte proprio per quello che Beppe potrebbe rappresentare in Europa, e non solo per il fatto di essere trentino, cosa peraltro non secondaria.

Esiste, infatti, tutto un mondo di confine, tra minoranze, popoli, lingue, etnie e religioni sul quale l’Europa è chiamata a dare risposte politiche, questioni che sono la sostanza stessa dell’essere Europa.

Un rappresentante di queste nostre terre, che sfiorando conflitti e superando tensioni hanno trovato una propria strada di sviluppo nella pace, sarebbe un punto di riferimento sicuro nel futuro parlamento europeo.

Non credo sinceri i lamenti di mancanza di "collegialità" sulla candidatura. Chi aveva tela da tessere ha espresso una proposta che ritengo forte ed autorevole; se a sinistra ne abbiamo un’altra, che venga a galla e se ne discuta tranquilli; queste polemiche producono solo l’effetto di dare ossigeno a questa destra ormai alle corde, e di indebolire qualsiasi candidato la lista unitaria vorrà esprimere.

Voglio finire con una considerazione ed una domanda:

a) C’è bisogno di politica alta, basta con le rivendicazioni di piccolo cabotaggio mascherate da questioni di principio.

b) Perché mai Beppe Detomas era degno di avere il mio voto di sinistra alle politiche e non dovrebbe esserlo per le Europee?