Una democrazia tutta da costruire
L’Uganda è situata nell’Africa centro-orientale, ha una superficie di 236.040 kmq per un numero di abitanti che, da stime recenti, varia tra i 26 e i 28 milioni, pari ad una densità di circa 110 persone al kmq (la densità italiana è di circa 195 al kmq). Lingue ufficiali sono l’inglese e il kiswahili, ma il luganda dell’etnia Baganda, è la lingua del commercio e quella più parlata nel sud del paese, dove si trova la capitale Kampala.
L’Uganda ottenne l’indipendenza nel 1962, dopo essere stata un protettorato britannico fin dal 1894; attualmente viene definita una repubblica democratica, ma i partiti politici sono fuori legge e quindi si tratta di una democrazia ancora tutta da costruire. Il presidente è Yoweri Museveni, eletto per la prima volta nel 1986. Uomo dalla storia controversa e dal pugno di ferro, per poter ricandidarsi al terzo mandato nel 2006, ha dovuto cambiare la legge costituzionale a proprio uso e consumo. Nel passato di Yoweri Museveni c’è persino la fondazione di un esercito di resistenza al regime, il National Resistance Army, che si macchiò di crimini terribili e di infiniti massacri di civili. Ma Museveni, in tempi più recenti, non è riuscito nell’impresa di sconfiggere un altro esercito di ribelli: il Lord’s Resistance Army LRA fondato nel 1987 da Josef Kony, un cristiano fanatico di etnia Acholi che vorrebbe imporre uno Stato fondato sui 10 comandamenti. Questa lotta intestina è tra le più lunghe dell’intero continente africano e si svolge principalmente nella zona nord del paese, ai confini con il Sudan.
Particolarmente infelice fu il periodo della dittatura di Idi Amin (1971-1979), che perseguitò il suo popolo in maniera cruenta e feroce. Stime attendibili calcolano in circa 300.000 le sue vittime, ma numeri precisi non sono disponibili. Quello che è certo è che la popolazione civile ha subito sterminii e angherie spaventosi, di cui la memoria collettiva reca tracce indelebili.
In anni più recenti l’Uganda ha dato asilo a molti profughi provenienti dai vicini Sudan, Rwanda e Congo, paesi a loro volta tormentati da guerre intestine, carestie e lotte tribali. Nella parte est del Paese, è ancora attiva un’etnia – quella dei Karamojong - che razzia il bestiame e il cibo nei territori vicini, non esitando a infierire sui civili in caso di resistenza.
Benché il LRA sia ancora attivo nell’estremo nord, nel resto dell’Uganda si respira un’aria di sicurezza e di voglia di sviluppo, L’economia è in costante crescita, grazie alle riforme portate avanti con convizione e fermezza da Museveni. Purtroppo la corruzione, come in tutto il continente africano, regna sovrana e molti sono i casi di svendita del territorio e di abusi ai danni di cittadini inermi. Cittadini che non possono godere di nessuno dei servizi essenziali che noi diamo per scontati: le infrastrutture sono carenti quando non completamente assenti. L’istruzione, benché obbligatoria per il ciclo primario di 7 anni, è a pagamento e quindi solo alla portata di pochi. La sanità è solo in parte garantita, dato che i farmaci e molti dei presidi medico-sanitari sono completamente a carico dei pazienti anche per le degenze ospedaliere.