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QT n. 3, 9 febbraio 2008 Servizi

Una democrazia tutta da costruire

L’Uganda è situata nell’Africa centro-orientale, ha una superficie di 236.040 kmq per un numero di abitanti che, da stime recenti, varia tra i 26 e i 28 milioni, pari ad una densità di circa 110 persone al kmq (la densità italiana è di circa 195 al kmq). Lingue ufficiali sono l’inglese e il kiswahili, ma il luganda dell’etnia Baganda, è la lingua del commercio e quella più parlata nel sud del paese, dove si trova la capitale Kampala.

Il presidente ugandese Yoweri Museveni

L’Uganda ottenne l’indipendenza nel 1962, dopo essere stata un protettorato britannico fin dal 1894; attualmente viene definita una repubblica democratica, ma i partiti politici sono fuori legge e quindi si tratta di una democrazia ancora tutta da costruire. Il presidente è Yoweri Museveni, eletto per la prima volta nel 1986. Uomo dalla storia controversa e dal pugno di ferro, per poter ricandidarsi al terzo mandato nel 2006, ha dovuto cambiare la legge costituzionale a proprio uso e consumo. Nel passato di Yoweri Museveni c’è persino la fondazione di un esercito di resistenza al regime, il National Resistance Army, che si macchiò di crimini terribili e di infiniti massacri di civili. Ma Museveni, in tempi più recenti, non è riuscito nell’impresa di sconfiggere un altro esercito di ribelli: il Lord’s Resistance Army LRA fondato nel 1987 da Josef Kony, un cristiano fanatico di etnia Acholi che vorrebbe imporre uno Stato fondato sui 10 comandamenti. Questa lotta intestina è tra le più lunghe dell’intero continente africano e si svolge principalmente nella zona nord del paese, ai confini con il Sudan.

Particolarmente infelice fu il periodo della dittatura di Idi Amin (1971-1979), che perseguitò il suo popolo in maniera cruenta e feroce. Stime attendibili calcolano in circa 300.000 le sue vittime, ma numeri precisi non sono disponibili. Quello che è certo è che la popolazione civile ha subito sterminii e angherie spaventosi, di cui la memoria collettiva reca tracce indelebili.

In anni più recenti l’Uganda ha dato asilo a molti profughi provenienti dai vicini Sudan, Rwanda e Congo, paesi a loro volta tormentati da guerre intestine, carestie e lotte tribali. Nella parte est del Paese, è ancora attiva un’etnia – quella dei Karamojong - che razzia il bestiame e il cibo nei territori vicini, non esitando a infierire sui civili in caso di resistenza.

Benché il LRA sia ancora attivo nell’estremo nord, nel resto dell’Uganda si respira un’aria di sicurezza e di voglia di sviluppo, L’economia è in costante crescita, grazie alle riforme portate avanti con convizione e fermezza da Museveni. Purtroppo la corruzione, come in tutto il continente africano, regna sovrana e molti sono i casi di svendita del territorio e di abusi ai danni di cittadini inermi. Cittadini che non possono godere di nessuno dei servizi essenziali che noi diamo per scontati: le infrastrutture sono carenti quando non completamente assenti. L’istruzione, benché obbligatoria per il ciclo primario di 7 anni, è a pagamento e quindi solo alla portata di pochi. La sanità è solo in parte garantita, dato che i farmaci e molti dei presidi medico-sanitari sono completamente a carico dei pazienti anche per le degenze ospedaliere.