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Politica e amministrazione in val di Cembra

Carlo de Giovanelli

Mi sono spesso interrogato sull’opportunità d’intervenire sulle vicende politico-amministrative della mia valle e non essendoci altro modo, o luogo, dove poter esprimere il proprio punto di vista, mi affido ancora una volta all’ospitalità dei giornali, che per fortuna dimostrano ancora interesse per le opinioni dei cittadini, e vengo al punto.

La collocazione della sede per comunità della Valle di Cembra, non è un problema logistico, è, di fatto, un problema politico, un macigno sulla vita della neonata Comunità di Valle, che rischia di farla crescere malata se non di farla morire.

L’idea di costruire una nuova sede istituzionale nei pressi del ponte dell’Amicizia non è frutto di un dibattito all’interno dell’assemblea della Comunità, ma è conseguenza delle politiche nate attorno ai patti territoriali, e risponde a mio parere più a una logica pilatesca, che per non favorire nessuno finisce per scontentare tutti. Troppe sono le circostanze simili alla travagliata e non ancora risolta vicenda della casa di riposo di Lisignago, per non destare allarme e forte preoccupazione nella cittadinanza della valle. Anche alla luce della recente e risicata votazione che con 18 voti a favore, 12 contrari e 2 astenuti, sembrerebbe sancire il progetto, vorrei invitare gli amministratori ad un supplemento di riflessione.

Gli equilibri politici della Comunità di Valle, formalizzati - ricordiamolo - nella tarda primavera di quest’anno, rispondono sicuramente a criteri tecnicamente democratici, ma di certo non rappresentano una visione sostanzialmente unitaria e condivisa, perché troppo sbilanciati sul versante dei piccoli Comuni, che pesano di fatto più dei Comuni più popolati.

Siamo al paradosso, di una legge provinciale, che pensata per superare la frammentazione dei piccolissimi Comuni trentini ed ottimizzarne le risorse, nella traduzione pratica della Valle di Cembra finisce per accrescerne il peso ed il potere, ed aumentarne i costi.

Nelle ormai imminenti elezioni amministrative, del 2010, sono previsti meccanismi elettorali tendenti al riequilibrio dei pesi e delle misure; credo sarebbe ragionevole e sostanzialmente democratico rimandare alle nuove assemblee l’onere di scelte così importanti, cogliendo così anche l’invito venuto dalle forze sociali e sindacali.

Nel frattempo invito gli Amministratori della Valle a sedersi ad un tavolo ed attraverso un dialogo trasparente, aperto al contributo di cittadini e forze sociali, ricostruire una mappa condivisa dei bisogni e delle prospettive della valle, nella quale tutti i Comuni, grandi e piccoli, possano riconoscersi, una nuova idea di comunità sulla quale chiedere il consenso. Un’occasione da non perdere per una campagna elettorale finalmente significativa per tutti.

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