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Un caldo infernale

Andrea Castelli

I trentini preferiscono il clima freddo. Parlo di quelli purosangue e di una certa età, diciamo dai quaranta in poi. Per quelli più giovani la mia ricerca non garantisce. Più si va sopra gli "anta", più radicata è questa preferenza. Quindi ci sono gli anomali, nel cui novero sgambetto anch’io, che vivono come un’ingiustizia undici mesi e mezzo di freddo, per sentire gli altri lamentarsi a morte dieci giorni all’anno. Un tormento. E non hanno nessun riguardo di noi, minoranza etnica, dal momento che nei giorni di freddo intenso qualcuno di loro ha anche detto in pubblico "Pitòst che quei calori..!". Roba da urlo.

La matrice cattolico oscurantista ha inoculato nei poveretti questa propensione al brivido in quanto il corpo viene coperto, nascosto da pesanti indumenti, e non è protagonista di esibizione carnale.

In questa fustigazione metaforica alligna tutta una letteratura che sta in frasi popolari del tipo "Almén col fret te pòdi vestirte, ma col calt cossa fat?" e altre amenità da pronunciare con tono insofferente. Già qui casca l’asino, perché la medicina può dimostrare, statistiche alla mano, che le varie cinesi, australiane e asiatiche ti beccano col freddo, d’inverno, anche se giri imbottito di stracci. Per non parlare di raffreddori e bronchiti, rari d’estate. Il punto è che il caldo di per sé è peccaminoso, richiama l’inferno, Satana induce a scoprirsi, a mostrare porzioni di carne, di peli, di derma...

È la vergogna del liquido peccaminoso, il sudore, quello che più imbarazza i catto-trentini, giustificabile se dovuto al duro lavoro dei campi, delle fabbriche, eccetera, ma condannabile in fasi d’ozio. Il catto-trentino che suda da fermo è tentato di confessarsi e vive un disagio psichico simile all’abisso morale in cui precipitava da piccolo quando azzannava per sbaglio la particola. L’esemplare in questione nei giorni caldi cerca l’ombra a testa bassa, con vergogna e pudibonde movenze. Costretto a scoprirsi, soffre come una bestia e mostra una carne bianca, dolorosamente inidonea a ricevere il dio pagano Sole. Che lo mortifica, lo tortura, lo uccide.

Nelle vite precedenti era un vampiro.

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