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Book crossing, libri in movimento

Un modo originale per condividere le proprie letture. Da Piazza grande, giornale di strada di Bologna.

Andrea Pignolo

La “rivolta” ha inizio nella primavera del 2001, negli USA, grazie all’idea di Ron Hornbaker e di sua moglie Kaori, autrice del logo del bookcrossing: un libro, con braccia e gambe, che corre. L’uso di Internet è fondamentale, in quanto è proprio grazie all’omonimo sito che i bookcrossers possono sapere dove e quali libri reperire e seguirne la storia, le avventure. Per essere un bookcrosser che si rispetti è però necessario aderire (gratuitamente) al club iscrivendosi al sito www.bookcrossing.com

Ron Hornbaker

Per chi avesse difficoltà con l’inglese, esiste il sito di supporto del bookcrossing italiano (www.bookcrossing-italy.com) che aiuta in tutti i passaggi: dall’iscrizione alla registrazione dei libri, dal loro rilascio ai luoghi dove trovare quelli “liberati” da altri bookcrossers.

Ciò che caratterizza infatti un libro in “rivolta” rispetto ad un altro dalla vita molto più borghese, è la presenza del BCID (Book Crossing ID number) stampato o scritto a mano sulla prima pagina utile. Il BCID diviene fondamentale in quanto consente di entrare nel sito per avvertire che il libro è stato recuperato; successivamente, magari dopo averlo letto, il bookcrosser potrà aggiungere delle note di commento sulla scheda del libro, sempre scrivendole sul sito, per poi “liberarlo” a sua volta in una qualsiasi “bookcrossing zone” o in una “bookcrossing official zone”. La differenza consiste nel fatto che un qualsiasi luogo dove un libro viene volontariamente abbandonato viene considerata una “bookcrossing zone”, mentre una “bookcrossing official zone” è un luogo pubblico dove troneggia il logo del bookcrossing con sotto la scritta “Free Books”. Spesso le “bookcrossing official zone” si trovano all’interno di bar, caffè, pubs.

Ma cosa spinge a “liberare” i propri libri? Secondo l’idea di Ron Hornbaker il bookcrossing nasce dalla seguente riflessione: “Se leggiamo un bel libro, non desidereremmo che anche altri lo leggessero?”. Da questo punto di vista, il bookcrossing nasce quindi dalla volontà e dal piacere di condividere con altri un libro che ci ha particolarmente impressionato, e di leggere magari ciò che esso ha lasciato negli altri, tramite le loro recensioni. Ma l’idea di Ron Hornbaker, se da un lato ha colpito un certo target di pubblico, sensibile a quel piacere di condividere un libro che è presente in tanti di noi, dall’altro ne ha focalizzato un altro, che invece gode nel sapere dove quel libro possa essere andato, in mano a chi, che paesi e città abbia attraversato. Probabilmente è proprio questa categoria di lettori che ha decretato il successo planetario del bookcrossing: l’atavico piacere di comunicare con gente che non si conosce, di giungere, con un oggetto che ci è appartenuto, in terre lontane, come le bottiglie con dentro un messaggio lanciate in mare.

Ma l’idea va ancora oltre. Il bookcrossing sta diventando un’immensa libreria con testi a portata di mano, già recensiti e, dettaglio non da poco, gratuiti. Sono infatti più di 3.500.000 le opere già registrate e dotate di un BCID che vagano per il mondo in 130 Paesi.

Diciamo subito che non sono tutte rose e fiori. Lo stesso Hornbaker ammette che solo il 25-30% dei libri “catturati” viene nuovamente “liberato”; d’altronde si tratta di un’idea relativamente giovane e la percentuale sopra riportata non può che aumentare. Certo, per molti staccarsi dai propri libri è intollerabile, per tanti il piacere consiste più nel collezionare che nel condividere, ma anch’essi possono entrare a far parte del bookcrossing, magari “liberando” libri di collezioni economiche.

Ma la “rivolta”, per diventare una vera “rivoluzione”, ha bisogno anche di finanziamenti. I tecnici impiegati per aggiornare continuamente il sito e seguirne i quotidiani sviluppi hanno bisogno di uno stipendio, e lo stesso Ron, per dedicarsi anima e cuore alla sua idea, dovrà pure guadagnarci qualcosa. In conseguenza di ciò, un vero e proprio merchandising è nato seguendo l’onda dei bookcrossing. E il logo ideato da Kaori Hornbaker è stato stampato su cappellini, magliette, segnalibri e tanti altri gadgets che vengono venduti via Internet in una sezione del sito. Inoltre vengono segnalati siti il cui acquisto di libri porta una commissione al bookcrossing e, non da ultimo, un conto corrente per delle normali donazioni a mo’ di abbonamento annuale. Il tutto, è bene sottolineare, assolutamente non obbligatorio. Dietro i libri ci sono anche persone e per conoscersi, vengono organizzati degli incontri per bookcrossers. Un’occasione per fare amicizia, condividere esperienze e nuovi libri da leggere e ... liberare.

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