Ninnibellula
Di madre in figlia passando per il concorso di Miss Italia.
Non era esattamente quello che desideravo per mia figlia. L’avrei voluta fuori del coro, intenta a cogliere e denunciare il vuoto dei falsi miti che ci propina la televisione.
Ma nonostante quello che vorremmo per loro, i figli seguono sempre altri percorsi e possiamo solo accompagnarli.
La tua scelta di partecipare alle selezioni per Miss Italia e fare quest’esperienza mi è sembrata in ogni caso da rispettare, anche se volevo sincerarmi delle motivazioni, che non diventasse motivo di frustrazione, che tutto fosse mediato dalla ragione.
Di buono la tua età, 26 anni. Quasi fuori pericolo. Dopo un’adolescenza aspra che ci ha divise e allontanate, ci siamo ritrovate, diverse, ma unite da un legame indissolubile.
Troppo tardi per arricciare il naso e spiegare che la vera identità è un’altra, che il concetto di bellezza non è deciso dai dati d’ascolto, che nella vita si deve essere protagoniste attive, il che non significa sfilare su un palco in costume da bagno. Il messaggio ti era arrivato?
Sembro mia madre, quando lo dico. Lei mi sgridava per altre cose, ma mi sgridava e io avevo imparato in fretta. Non ad ubbidire ma a cogliere errori. E poi ero così giovane… una creatura. Non sapevo far la mamma, ero una sorella maggiore che non aveva molta pazienza perché i bambini dovevano capire, velocemente. Questo pensavo allora, ma sono cambiata del tutto, anzi, rigirata come un calzino. Adesso saprei fare la mamma bene. Anche se non è facile.
Di questi tempi ci massacrano noi mamme. E’ sempre colpa nostra. Catastrofi naturali e familiari. Crolli di borsa e di nervi. Valori presenti e assenti. Figli magri e obesi. Allora dobbiamo giustificarci e spiegare che le parità sono state molto costose. Ottenute con la lingua fuori e il vuoto intorno. Donne da barricata. Oggi madri di miss. Ci hanno scambiato il bambino nella culla … uffi!
In assoluto adesso farei la figlia di tante infinite madri; ma di mamma ce n’è una sola. Se ti capita una mamma accogliente, sei arrivata. Se invece non ci si capisce … allora si combatte e si soffre.
"E mettiti i calzini, non girare scalza!". Sembrava una cosa terribile. Pericolosa. Cosa mi evitavo mettendomi i calzini? Sarei stata felice? No. Non soffrirei di reumatismi precoci. Il resto capitava lo stesso. Eppure in quei calzini c’era la mia metafora. Andare scalza nella vita. Bello e doloroso insieme.
Le selezioni di Miss Italia cominciano in primavera con vari appuntamenti provinciali e proseguono con le regionali per tutta l’estate.
Tutte sanno che sfondare nel mondo dello spettacolo è fonte di denaro, molto denaro. Non sembra difficile. Basta essere belle. Poi si imparerà a ballare, cantare, presentare. Dal niente sono emersi personaggi improbabili che si sono costruiti una popolarità enorme dicendo una sfilza di banalità, facendo risse verbali e aumentando gli ascolti. Complici i reality che stanno impazzando: il grande fratello, l’isola dei famosi… spettacoli spazzatura che catturano l’attenzione di moltissimi. Anche solo per curiosità.
Ero preoccupata perché sono davvero molte le ragazze che partecipano e sognano un futuro da velina, letterina, microfonina e un fidanzato calciatore.
Poi ho capito che tu volevi trovare un lavoro diverso, cercare altre strade. Provare insomma. Con impegno ma senza investirci più di tanto. Non era un mito da raggiungere.
Ti ho vista partire di pomeriggio, una dozzina di volte, con borsone a tracolla, destinazione Moena, San Vigilio di Marebbe o Fiera di Primiero. Tornare a casa a notte fonda, rischiare qualche incidente, prender permessi dal lavoro il giorno dopo, comprare abiti da sera indispensabili per la sfilata e adesso superflui, affrontare il pubblico. Mille, duemila persone che ti guardano sfilare e applaudono, fanno un tifo da stadio per alcune (e sono amici e sono parenti), per poi esser votate da una giuria e incoronate miss qualchecosa. Il tutto ringraziando riconoscenti per questo sogno che diventa sempre più vicino.
Mi sono risparmiata di seguire queste sfilate perché alla tua età non serviva essere accompagnate dalla mamma. E poi sono femminista; non era il mio posto perché entrava subito in funzione la logica.
Poi l’ho fatto per te e sono venuta a Lavis a vederti e ho provato molta tenerezza e ammirazione per la tua voglia di metterti in gioco. Bella come il sole, con la classe che t’ha fatta eleggere Miss Eleganza Trentino Alto Adige, con le ombre delle tue difficoltà che si andavano diradando.
Poi c’è stata la semifinale a Jesolo, trasmessa da Rai Uno dove tu e duecento ragazze avete fatto del vostro meglio improvvisandovi show girl e preparandovi solo in pochi giorni. Trasmissione sadica nella sua formula "promosse e bocciate", si poteva evitare.
Avrei voluto proteggere il tuo cuore bambino perché sono momenti in cui la ragione stenta a partire. Sono tua madre, ci assomigliamo anche dentro, nel tuo volto mi ritrovo e confondo, come ti muovi e lo spazio che occupi sono il mio specchio.
Hai rifatto la valigia e sospeso il giudizio, indecisa se fare di una delusione la prova di una vita che si accanisce o trasformarla in un’occasione per crescere. La tua una sfida cercata: accettare il proprio corpo nonostante la mente che rema contro. Sono state prove di volo dove hai esasperato il tuo disagio. Il tutto per rientrare in quella normalità che sempre cerchiamo, per ricevere conferme che non ripagano e che puoi trovare solo dentro di te.
Alessandra, Ninni per tutti, Ninnibellula per me. Nella vita, dietro sipari che ingannano con luci che ci spengono dentro, sogni troppo belli che degradano il reale, abbiamo solo una possibilità. Andare avanti. Chiudere in un cassetto questa e altre esperienze per farle diventare una sorta di vocabolario a cui attingere per la nostra crescita personale.
Adelante, tesoro di figlia. Adelante.