Ventre piatto e tanto turismo
Dopo elezioni: commenti ruspanti e silenzi desolati.
Ex vicepresidente dell’Autobrennero, già candidato del PATT in trascorse elezioni, impegnato nell’associazionismo imprenditoriale, ex albergatore ed oggi promotore finanziario, Claudio Delvai è un personaggio di secondo piano nel panorama politico provinciale, ma possiede – al pari di un altro pattino, Francesco Moser - una qualità che rende sempre gustose le sue dichiarazioni: ignora totalmente il politically correct, le cose le spara come le sente, e poi – anche qui discepolo di Moser – sovrappone, confondendoli totalmente (forse anche in buona fede) interessi privati e interesse pubblico. Una persona franca, insomma: come Berlusconi che dà dei coglioni a chi non la pensa come lui. Qualcuno dubita forse che non sia sincero?
Per cominciare, Delvai non ha dubbi: era prevedibile che una coalizione guidata da uno come Prodi non potesse sfondare: "Ma l’ha visto Prodi? – chiede al cronista del Trentino - Non c’era il fisico. Sa, quello che il francesi chiamano physique du role".
"Ma che c’entra?" – fa il giornalista. "C’entra eccome. Viviamo in una società edonistica. Ho raccolto una valanga di commenti sulla pancia di Prodi, mica sulle sue proposte politiche. Una pancia come il culo, tanto per intenderci e parlar forbito… Ormai si giudica in base alla misura della cintura che porti e alle scarpe che indossi".
Costretto dal suo interlocutore, finalmente Delvai passa alle cose serie: "Chi ha un ristorante, una boutique, un albergo, ha contatti con gente che sta bene. E a loro volta, tutti questi operatori mirano alla ricchezza. In politica chi fa trasparire questa sorta di veleno nei confronti dell’arricchimento non prende voti". A spargere veleni, naturalmente, sono i comunisti: "Accanto a Prodi non c’erano i centristi, ma Bertinotti e Diliberto. Il messaggio televisivo che è passato tra la gente è che Prodi è l’uomo di turno dei nuovi comunisti. E la paura si è diffusa anche nelle valli trentine".
Ma veniamo ai programmi concreti delle due coalizioni. Qual è stato l’errore dell’Ulivo?
"Fuorché in Berlusconi, in nessun altro programma c’erano riferimenti precisi al turismo. E nelle valli il turismo è importante, ci vive un sacco di gente. E’ il motore principale dello sviluppo del Trentino". Un turismo tutto impianti sciistici, strade e autostrade? E’ probabile, ma Delvai sta sulle generali, per ribadire subito dopo: "Non si può essere eletti e poi non interessarsi più di turismo e parlare solo dei temi sociali. Eh, no!".
Dopo un fugace accenno qualunquistico, con la deplorazione che si faccia "solo populismo per conservare la seggiola" (ma questa battuta si attaglia al Cavaliere più che a chiunque altro), rieccoci da capo: "E’ fondamentale fare leggi più concrete, che riguardano la gente, soprattutto sul turismo, che è il petrolio di questa provincia". Finché l’intervistatore non può fare a meno di sbottare: "E’ un chiodo fisso, questo del turismo!"
A confortare alcune delle idee di Delvai, ecco il neo onorevole leghista Maurizio Fugatti. La gente ha avuto paura: "Gli elettori delle valli non hanno capito la politica del PATT, che è andato con l’Unione, che si è alleato con chi vuole i matrimoni gay (chi?, n.d.r.) e gli immigrati". Ancor più icastico, sullo stesso registro, il segretario del Patt: "I Luxuria e i no global, nelle valli non li votano".
Ma c’è anche chi non dice niente. Come l’ulivista Beppe Detomas, inopinatamente surclassato nei voti dal forzista Giacomo Santini. Detomas non se l’aspettava e c’è rimasto molto male, tanto da non rilasciare neppure il più banale commento. E il Trentino, rilevando la circostanza, corre affettuosamente in suo aiuto, invitando alla comprensione; ma con toni talmente partecipi da far sorgere il sospetto dell’irrisione. "Per l’imbarazzo Detomas è muto. Sotto shock, non vuole commentare" – è il titolo. E poi: "Detomas non ha retto allo sconforto… Perdere ci sta. Ma perdere come ha perso Detomas, che ha perso soprattutto nella sua valle di Fassa e nella vicina Fiemme, non è perdere, è essere umiliati". Così l’ex onorevole "ha scelto di sparire dalla scena dei commenti, dove tutti fanno a gara a farsi ascoltare da tutti. E per questo va rispettato. Certo, si è provato a lungo a rincorrerlo ad un cellulare che suonava sempre libero. Ma poi ci si è convinti che anche la cronaca può fermarsi di fronte all’imbarazzo interiore di un politico battuto personalmente prima che politicamente. Si è fermata la rincorsa al commento per non annotare frasi di circostanza e sicuri di poter registrare, tra poche ore, un’analisi meditata e serena. Della quale Detomas è certamente capace e che farà bene. Non solo a lui".
Domanda: Detomas è stato trombato alle elezioni o gli hanno sterminato la famiglia?
Insomma, se non si tratta di un malizioso sputtanamento mascherato, è un caso classico di quella che le persone istruite chiamano eterogenesi dei fini; come la legge elettorale voluta da Berlusconi per danneggiare l’Unione.