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QT n. 8, 22 aprile 2006 Servizi

Guglielmo Valduga un anno dopo

Tra i due litiganti (destra e sinistra) aveva vinto la lista civica: era la terza via (tutta roveretana) oltre il bipolarismo? La teoria (programmi elettorali) era una cosa; la prassi (l'amministrazione) invece...

Il caso è da manuale: come è possibile che le due fazioni principali di una contesa politica (destra e sinistra) perdano entrambi le elezioni?

Primo, deve esserci una forza intermedia che peschi voti da entrambi gli schieramenti. Questo c’è: ecco arrivare a Rovereto Guglielmo Valduga, vecchio democristiano-margheritino, sconfitto da Dellai tanti anni fa al Congresso di Comano e reduce da un lungo periodo di quiete.

Rovereto: il municipio.

Secondo: la coalizione uscente deve presentarsi sfinita di fronte agli elettori. Perfetto: ecco il sindaco Maffei, in un impulso suicida, lanciarsi a testa bassa contro la maggioranza dei propri sostenitori, e venirne contraccambiato da un astio inestinguibile.

Terzo, e forse più difficile: l’opposizione, talmente assuefatta al ruolo di opposizione, deve non credere ai propri occhi e presentarsi divisa. Incredibile a dirsi: ecco i tre diversi candidati sindaci di AN-Forza Italia-Lega del primo turno delle passate elezioni di Rovereto.

Così a Rovereto, un anno fa, diventava sindaco Valduga. Anzi, stravinceva: la sua lista personale non si apparentava con nessuno dei vecchi partiti ed eleggeva in Consiglio comunale e nelle circoscrizioni tutti i suoi nuovi candidati appena appena eleggibili. Facce nuove, stili nuovi, quanta freschezza in chi ieri leggeva la politica solo sui giornali ed oggi entrava nell’amministrazione pubblica.

Tutto questo è un bene: evviva i ricambi, specie in politica, che fanno bene a tutti!

Qualcuno della vecchia livorosa coalizione, certo di una perenne occupazione di scranni comunali ("Volete forse consegnare la città alle destre?"), se ne va a casa a meditare sui rovesci della vita. Nuovo entusiasmo per la città, appena appena incrinato però nel dopo elezioni dalla difficoltà di allestire una squadra di governo.

Fare il consigliere è un conto, ma fare l’assessore è un altro e alla fine il sindaco si tiene per sé la delega di assessore alla cultura. D’altronde, come trovare dei prosecutori degli ex assessori Rasera e Dorigotti? Il confronto rischia di essere impietoso: Rasera e Dorigotti avranno anche fatto parte di una coalizione che ha estenuato la città a furia di litigate, però le idee ce le avevano! Il Mart e lo sviluppo del terziario è stato soprattutto merito loro, difficile prenderne il posto...

Un caso di suggestione letteraria. C’è un che di edificante e di didascalico nella vittoria di Valduga. Un po’ di Esopo ("tra i due litiganti il terzo gode") e un po’ di Frank Capra: "la vita offre sempre una seconda possibilità". Ecco che personaggi politici quasi in pensione, lo stesso Valduga, un po’ laterali, come Cristian Sala, o quasi sconfitti, come Maurizio Tomazzoni, hanno il loro nuovo momento di gloria.

Rovereto è una città benestante, gode come tutti i Comuni trentini del lauto dividendo dell’Autonomia, non ha grosse questioni sociali, insomma, è quasi impossibile governarla male. E da Rovereto chissà... consigliere provinciale, i giochi del Nuovo Partito Democratico, perché porsi dei limiti? Ed è in questo momento, nell’euforia della vittoria quasi insperata, che la giunta Valduga esprime il meglio di sé. Ovvero il programma di legislatura.

Il programma infatti è un documento bellissimo. Riecheggia le antiche utopie settecentesche nel disegno di una città ideale ma realizzabile. Indica alcuni obiettivi, pratici e contingenti certo, ma con l’ambizione di indicare una via per uno scopo più grande: amministrare perché gli individui si uniscano e si riconoscano in una collettività.

Oggi lo rileggo con piacere, anche se è un documento di 25 pagine piuttosto fitte (si trova nel sito del Comune). Si apre con la triste constatazione della solitudine del cittadino globale, ma con la speranza di ridefinire l’identità stessa della comunità. Riecheggia un "tutti assieme ce la faremo" ed un po’ di Costituzione americana, il diritto alla felicità. Vado avanti a leggere ed ecco il primo obiettivo concreto: metropolitana leggera tra Rovereto-Trento e Rovereto-Arco.

Comunque e sempre: asfaltare! Bene l’ipotesi di metropolitana, sarebbe ora! Dopo che Trento e Rovereto hanno espulso tutto il ceto produttivo (impiegati, artigiani, ecc.) nei comuni limitrofi, sarebbe doveroso che almeno si cercasse di alleviare la loro vita di pendolari macchina-dipendenti. Solo che…

Poi, al concreto, le prime proposte urbanistiche dell’amministrazione Valduga e che si possono leggere nel bollettino comunale sono una tangenziale ad ovest, ovvero sulla destra Adige, e addirittura una tangenziale ad est, sul terreno collinare; insomma, si parla di due tangenziali per una città di 30.000 abitanti, ricordiamolo!

Benissimo, se c’è un settore che ha trainato l’agricoltura trentina negli ultimi 10 anni è stata la viticoltura e qui è inutile che vi spieghi l’importanza turistica di una strada del vino, eccetera eccetera. Indovinate che cosa c’è nei terreni dove devono passare le due tangenziali? Proprio così, vigne. Ci sono i vigneti di cantine come Spagnolli, Bossi Fedrigotti, Cantina di Isera, non so se rendo l’idea... vuoi mettere farci passare sopra una bella camionabile? Proprio nell’unico posto al mondo dove si produce Marzemino? E in una città che grazie al Mart ha scoperto una inedita prospettiva turistica?

Il sindaco Guglielmo Valduga.

Le due tangenziali dovrebbero deviare il traffico dall’attuale statale del Brennero. Nobile intento, peccato che si tratti di una strada scorrevole, intasata solo alle 8 del mattino e alle 6 del pomeriggio. Chi saranno questi automobilisti, che siano i pendolari Rovereto-sobborghi? E allora quanto traffico potranno deviare le nostre tangenziali?

Anni fa (si veda nel database di Questotrentino) ci siamo già occupati del problema. All’epoca i dati comunali attribuivano al traffico di attraversamento una percentuale del 15% sul totale dei veicoli della statale. Non credo che questa cifra sia cambiata di molto. E allora, due tangenziali per tentare (perché poi non è detto che gli automobilisti le usino) di spostare un 15% di traffico?

Continuo a leggere il programma di governo. Ed ho un dubbio: forse Valduga non ha vinto le elezioni l’anno scorso, forse era l’anno prima... No: nel frontespizio c’è proprio scritto "giugno 2005". Caspita, ha cambiato idea in fretta. Ma forse le due tangenziali devono essere citate in qualche pagina più avanti... Niente da fare, non trovo nulla. In compenso trovo aree verdi, piste ciclabili... ma chi ha visto o sentito più nulla di tutto ciò?

Facciamo un esempio. Il quartiere di Borgo Sacco è circondato da due ostacoli naturali: l’Adige da una parte e la ferrovia dall’altra. Così ci sono solo due strade che lo collegano al centro, ovviamente trafficate e non ciclabili, ma pazienza. L’attuale Piano Regolatore prevede che il quartiere sia una zona di espansione, si parla di almeno 250 nuovi appartamenti che sono attualmente in costruzione, ma probabilmente alla fine gli appartamenti saranno anche di più. Non è difficile prevedere che, se quegli appartamenti saranno abitati, sarebbe opportuno invogliare i residenti ad usare la bicicletta invece dell’auto, pena ulteriori intasamenti ed ulteriori tangenziali. Non occorre copiare civilissimi stati nordici, basta fare un giro a Bolzano, dove l’amministrazione cita dati straordinari sull’uso delle ciclabili.

I duri costi della democrazia. Ma, visto che l’abbiamo preso come esempio, rimaniamo a Sacco, dove abito, quindi sappiate che sono in conflitto di interessi. Sacco subisce gli oneri dello sviluppo immobiliare, abbastanza giustamente del resto, perché le case da qualche parte bisogna pur farle. Però aree verdi in cambio non ce ne erano e non se ne vedono.

Ci fu un tentativo: Paolo Cova, combattivo ex-consigliere, promosse un referendum consultivo popolare, nell’autunno del 2005, per destinare l’area ex-Alpe a giardino o parco pubblico (vedi Referendum Alpe: un’occasione perduta?). La situazione era delicata, perché l’attuale Piano Regolatore, a meno che io non sia stato a suo tempo ingannato, prevede che l’area pubblica debba essere acquistata dall’Itea, quindi su metà si fanno appartamenti Itea e, sull’altra metà e con i soldi ricavati, il Comune ci fa un parco. Il referendum consultivo doveva pronunciarsi sull’ipotesi "qui solo un parco". La tattica dell’amministrazione Valduga fu: fare finta di niente. Così, questo autunno, senza dibattiti, senza dichiarazioni di intenti, senza alcuna discussione, il referendum passò inosservato e i votanti furono minimi. Grande sollievo dell’amministrazione Valduga per una grana che è passata!

Va bene, l’area ex-Alpe è stata una grana. Tra l’altro, anch’io mi astenni, perché comunque le case Itea da qualche parte le devi fare e se non riesci a farle neppure su di un terreno pubblico, allora vuol dire non farle mai. Comunque la grana è passata, però l’Alpe è ancora lì, cadente e arrugginita. L’Itea non l’ha ancora comprata e di verde alternativo non si vede ombra.

Le parole costano poco, però pesano. Continuo a leggere il vecchio programma di legislatura: passata questa prima arrabbiatura, resta un bel documento, pieno di buone intenzioni: "...il bilancio partecipato...", "...la certificazione ambientale...", ed ecco, nero su bianco, "... non si ritiene possibile ed opportuno attuare un inasprimento della pressione fiscale locale mediante un aumento delle imposte e tasse". Ma allora Alleanza Nazionale ha ragione! Tutto il can-can che ha fatto in sede di approvazione del bilancio per l’aumento dell’ICI!

Cito da un intervento sulla stampa di Marco Zenatti, capogruppo di AN: "Si tratta in percentuale di un salasso da 19 per cento in più. Alla faccia del ritocco!". E ancora Zenatti: "Si prevede una spesa di 700 mila euro per rifare il Piano Regolatore [...] senza rimasticare quello che è già costato miliardi e miliardi delle vecchie lire". Capisci, caro direttore, perché ho impiegato così tanto a scrivere questo articolo? Come facevo, io di sinistra, a dire alla vigilia del 9 aprile che a Rovereto Alleanza Nazionale, sulle tasse, ha ragione?

Chiudo la lettura del vecchio programma di Valduga e sono un po’ stanco, le immagini vanno e vengono dalla mente come le parole dei politici intervistati per questo pezzo. Mi viene in mente che il Consiglio comunale nel 2006 si è riunito solo due o tre volte, che sui giornali c’è ancora la Loss che attacca Rasera che forse sarà Presidente del Consiglio Comunale al posto di Demattè, il quale è stato travolto dallo scandalo Solatrix, e che i giochi della politica non si fermano a Rovereto. I giochi investono gli equilibri del Trentino, dove gli attori roveretani vorranno dire la loro sui neonati Partiti dell’Ulivo o dell’Unione o del Partito Democratico o come diavolo si vorrà chiamare.

Poi mi viene in mente il doroteismo, lo stile di governare l’Italia facendo spesa pubblica senza un progetto industriale e poi, chissà perché, mi vengono in mente i bambini di Borgo Sacco che a Carnevale canzonano Valduga perché via Pasubio è talmente piena di buche che ci si possono sperimentare le dentiere.

E poi che S. Michele all’Adige vuole la sua Facoltà universitaria, come Rovereto vuole la sua seconda, ma che di alloggi per studenti non se ne parla, probabilmente perché schiamazzano e poi ci sono così tante case sfitte. E poi di nuovo AN, che scrive di 600 mila euro stanziati dal Comune per un centro sociale, che - calcolo - equivalgono al prezzo di tre appartamenti e quindi a chissà quante possibili sale prove per i gruppi musicali di Rovereto che adesso sono ospitati a Nomi, a Mori, a Villa Lagarina, e infine capisco, di fronte a tanta mia incoerenza, che è ora di chiudere questo pezzo.

A questo punto, ho un ultimo momento di lucidità: che dire della giunta Valduga?

E’ anche vero che su un problema, finora si è mossa con coerenza. La cementificazione della Consolata (area boscosa collinare, su cui il Prg di Cervellati-Bruschetti aveva previsto una cinquantina di villette) autentica, pesante macchia della giunta Ballardini non emendata da quella Maffei, è stata da Valduga posta all’indice nel programma, e poi contrastata con effettivi atti amministrativi in questi primi mesi. E’ tutto da vedere se Valduga e l’assessore all’Urbanistica avranno la tenacia e la forza di andare fino in fondo (i proprietari sono i "poteri forti" roveretani); però bisogna riconoscere che, finora, su questo non hanno tradito le belle parole del programma.

Per il resto possiamo dire che forse a giugno 2005 ha scritto un programma un po’ sopra le righe; così come adesso è dilettantesco l’entusiasmo per le nuove tangenziali. Insomma, forse non bisogna prendere troppo sul serio quello che scrivono (che comunque non è un grande complimento a un amministratore). Certo però che pensare di risolvere problemi "asfaltandoli" è un errore grave.

Un anno fa dalla giunta di Guglielmo Valduga ci aspettavamo qualche progetto innovativo in più, e qualche soluzione, costosa e stantia, in meno.