Musica Riva: il turista chiede, il festival risponde
Il festival rivano di musica classica sta rinnovandosi. Intendiamoci, rimane l’impostazione ormai collaudata: corsi di perfezionamento nei vari strumenti per allievi provenienti da tutta Europa, docenti di richiamo internazionale, concerti degli stessi per il pubblico. Il tutto in grado di richiamare alcune centinaia di persone ad affollare gli alberghi rivani; ma ritenuto inadeguato, in quanto troppo elitario, come intrattenimento per il turista medio. E in una località turistica, ha senso un (costoso) festival che non interessi il turista? Da qui la necessità di adeguamenti.
Rimangono quindi nomi e corsi che costituiscono lo zoccolo duro della manifestazione: da Aldo Ciccolini a Mietta Sighele a Domenico Nordio, per citarne alcuni, con corsi di pianoforte, canto, violino, contrabbasso, flauto, interpretazione scenica, ecc. Si sono però aggiunti corsi di musica jazz, con docenti (Uri Caine, Drew Gress e Ben Perowsky) di alto livello, che inoltre riuniti proporranno una jam session.
E’ il segnale che il Festival intende allargare il campo d’azione oltre la musica colta in senso stretto. Ed anche nel repertorio classico si può notare la tendenza a proporre brani popolari, piuttosto che specialistici. In quest’ottica va visto l’impulso al genere lirico, notoriamente più popolare; la proposizione di appuntamenti come Il lago di cigni di Chaikowsky; i concerti con virtuosi di strumenti (anche) popolari come la fisarmonica e il flauto di Pan; l’allestimento, sia pure fuori festival, di eventi con interpreti come l’Armata Rossa o Gloria Gaynor.
Insomma, Musica Riva cerca di mantenere un’impostazione rigorosa, cercando però di coinvolgere anche i non addetti ai lavori.