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Troppo pochi per avere dei diritti?

Su questo giornale, il 16 dicembre del 1994, compariva un articolo intitolato "Ore 19, scatta il coprifuoco" in cui si raccontava la difficile situazione di quei disabili che, volendo legittimamente condurre una vita attiva malgrado il loro handicap, si trovavano ostacolati, una volta di più, dalla scarsa sensibilità dell'ente pubblico, che non metteva a disposizione autobus in grado di accoglierli (come invece avviene nei paesi del nord Europa) e non si attivava nemmeno per introdurre dei "buoni-taxi" che, in assenza di un servizio di trasporto pubblico utilizzabile, permettessero a queste persone di muoversi con un minimo di autonomia. Un paio di dati possono darci un'idea della distanza che separa la nostra provincia (e l'Italia tutta) da Paesi pienamente civili: a Londra, 12.000 dei 18.000 taxi in circolazione sono attrezzati per ospitare disabili ed entro il 2000 l'intero parco circolante dovrà esserlo; negli Stati

Uniti, il 67% degli autobus è accessibile a tutti, come pure il 70% dei treni locali e il 93% di quelli a lungo percorso.

Da noi, a distanza di oltre tre anni, la situazione è rimasta praticamente la stessa descritta all'inizio. O per meglio dire, nel '96 la Provincia un impegno lo aveva preso: via via che i mezzi pubblici fossero divenuti inutilizzabili, li avrebbe sostituiti con altri accessibili anche a portatori di handicap; una misura grazie alla quale, nel giro di una decina d'anni, l'intero parco macchine dell'Atesina sarebbe stato "sbarrierato". Era un obbligo di legge; al quale però, agli inizi di quest'anno, il governo provinciale ha tolto ogni carattere vincolante. Cioè: i vecchi autobus verranno sostituiti con mezzi sbarrierati solo se, di volta in volta, si deciderà che ne vale la pena, se l'operazione cioè non costerà troppo.

Motivazioni addotte dal competente assessore Murare: i disabili sono troppo pochi, non ne vale la pena. Anzi, come ha precisato ai giornali con una smentita che invece conferma quel concetto: "Sarebbe del tutto ingiustificato, in considerazione dei costi da sostenere per la dotazione di pedane o sollevatori, ed in ragione della

percentuale dei disabili da trasportare con mezzi attrezzati, adeguare tutto il parco veicolare dell'Atesina".

Tanto più - prosegue Muraro - che "esistono ottimi servizi di trasporto organizzati da cooperative, che la Provincia sostiene ".

Dato che non ci risulta esistere un censimento in proposito, che ne sa Muraro se i disabili sono tanti o pochi?

Non gli viene il sospetto che di disabili se ne vedano pochi in giro proprio per la difficoltà di muoversi, a cui egli sta dando il suo fattivo contributo? E non pensa, l'assessore, che un autobus sbarrierato sarebbe utile, oltre che per un portatore di handicap, anche per un anziano, per un giovane con una gamba ingessata, per una donna con un passeggino...?

Le cooperative di trasporto? Certo, ci sono, ma anche in questo caso, la situazione è la stessa di tre anni fa: "Fra disabili, anziani e dializzati, sono piene di lavoro - ci dice Graziella Anesi, della cooperativa Handicrea - Per poterne usufruire bisogna prenotare una settimana prima, il che spesso non è possibile."

Ma l'assessore Muraro, con la sua sensibilità, è in buona compagnia. Fuori dalla porta della cooperativa Handicrea, in via S. Martino a Trento, in un quartiere di vecchie case e di alloggi popolari dove risiedono numerosi anziani e disabili, in certe ore della giornata quasi tutto il marciapiede è occupato da automobili in sosta vietata che a volte rendono difficoltoso il passaggio anche a chi cammina con le proprie gambe.

Qualche protesta? Certo: apprendiamo dai quotidiani locali che in un recente incontro con i vigili del quartiere, i commercianti della zona erano furibondi perché, una volta tanto, qualche auto in sosta abusiva era stata multata...

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