E Previdi diventò verde
Consiglio comunale di Rovereto: una maggioranza intollerante ha voluto chiudere la bocca a un uomo "fuori dal coro"? Non proprio...
A Rovereto la maggioranza di centro-sinistra, che da quasi due anni amministra la città, andrà in tempi brevi ad una verifica interna. Lo ha annunciato con un comunicato Rovereto Insieme, senza far mistero del fatto che le vicende delle ultime settimane in particolare impongono una chiarificazione. Da un lato ci sono i sussulti che vengono da Rifondazione Comunista, che appoggia la maggioranza dall'esterno, dall'altro si sono aperti altri problemi, all'interno della stessa maggioranza, legati alla questione dell'inceneritore e della lottizzazione dell'area Sav.
Ma ciò che ha convinto più di tutto della necessità di un chiarimento, in particolare con i Verdi, sono state le polemiche aperte dalla vicenda della Commissione politiche sociali, alla cui presidenza, nei giorni scorsi, è stato eletto Vasco Sabonati di Rovereto Insieme. La Commissione, infatti, dopo un lavoro di indagine sulla Casa di Soggiorno per Anziani di Rovereto, aveva rigettato le conclusioni del proprio presidente, Mauro Previdi, eletto anch'egli nella lista di Rovereto Insieme. Il fatto poi che Previdi, dopo essere rimasto isolato in Commissione (con lui si erano schierati solo Plotegher di AN e Filippi della Lega), abbia lasciato Rovereto Insieme per passare ai Verdi, ha ulteriormente complicato il quadro. Sia perché Previdi non ha lesinato attacchi anche sulla stampa al suo ex gruppo consiliare, accusato di pensare "più alla gestione del potere che alla difesa dei più deboli", sia perché, dopo il suo definitivo siluramento come presidente, i Verdi hanno fatto proprie le sue posizioni sostenendo di riconoscersi "completamente nelle indicazioni espresse dal dottor Previdi".
Non solo: il definitivo allontanamento dell'ormai verde Previdi dalla presidenza veniva giudicato come un "inqualificabile atto che mina il rapporto di solidarietà personale e politico", aggiungendo che tale decisione "è un sintomo di scollamento della maggioranza che rende difficile il proseguire di un rapporto di fiducia tra consiglieri e leale con i partiti che la compongono". Come si vede, ce n'è abbastanza.
A questo punto, una domanda è d'obbligo: davvero ci troviamo di fronte a un paladino dei deboli, difeso solo da AN e Lega, che ha trovato nei Verdi i suoi naturali compagni d'ideali e di principi e a cui persino Guido Gasperotti di Rifondazione dice che si vuole impedire di parlare ? A noi pare che le cose stiano un po' diversamente.
Il 3 giugno scorso il Consiglio comunale di Rovereto aveva affidato alla Commissione per le Politiche Sociali il compito di svolgere una vera e propria indagine conoscitiva sulla situazione alla Casa di Soggiorno per Anziani.
Una delibera nata in seguito alle molte segnalazioni di disagio de parenti degli ospiti, alla conflittualità esplosa col personale e col sindacato, allo stillicidio di episodi d'arroganza grandi e piccoli attribuiti alla dirigenza della CSA, ali interrogazioni presentate nello stesso Consiglio comunale.
Presieduta da Mauro Previdi, la Commissione predisponeva un serie di incontri con le diverse componenti della CSA, dal Consiglio d'amministrazione alle organizzazioni sindacali, al Comitato Parenti. Ma riteneva anche m cessarlo e utile, per una migliore più completa comprensione di problemi, chiedere un incontro anche col dott. Giuseppe Parola che negli anni scorsi, in un alt momento di crisi all'interno del CSA, era intervenuto in qualità commissario. Cosa legittima e ci sta, ci pare.
Non così dev'essere apparsa Previdi, che si oppone a quell'incontro. Come mai? Devono esserselo chiesto anche i componenti della commissione, visto che contro il parere del solo Previdi, le presidente, firmano all'unanimità una richiesta di incontro con Parolari. Cosa che avviene i luglio. Gli altri incontri previsti si svolgono regolarmente, concludendosi a in ottobre.
Comincia il lavoro di stesura della relazione da presentare al Consiglio comunale. Ma qualcosa cominci non funzionare. Previdi prepara una relazione in cui la stragrande maggioranza dei commissari non si riconosce. E' di fronte al suo rifiuti modificarne i contenuti, giudicati non corrispondenti a quanto raccolto nel corso lavoro d'indagine, che Luisa Zanotelli (Cara città), Lucia Tomazzoni (Popolari), Carla Tomasoni (Patt), Bruno Zeni (Prc), Vasco Sabonati (Rovereto Insieme), Andrea Luscia (Cdu e vice-presidente della commissione) e Giuseppe Speccher decidono di stendere una relazione alternativa e di assoluta maggioranza. Per ovvie ragioni di spazio, non possiamo qui mettere a confronto i due documenti, ma un elemento che appare con chiarezza è l'assenza, nella relazione di Previdi, di qualsiasi riferimento alle responsabilità del direttore della Casa di Soggiorno, cosa invece nettamente denunciata nelle conclusioni della relazione di maggioranza. Dice quest'ultima: "Alla luce di quanto emerso dagli incontri d'ascolto e soffermandosi sui motivi a monte delle tensioni ricorrentemente manifestatesi all'interno della CSA, sembra anche opportuno stabilire, una volta per tutte e senza tergiversazioni, che la Direzione Tecnica non può pretendere ed ottenere di prevaricare orientamenti e decisioni di competenza politica, assunti di concerto tra il Consiglio di Amministrazione della CSA e l'Amministrazione comunale. Tanto meno la Direzione Tecnica può frapporre ostacoli o erigere barriere all'obiettivo di garantire servizi efficienti e funzionali alle molteplici esigenze o ricercare, promuovere, determinare aspetti di conflittualità tra il Consiglio di Amministrazione e l'Amministrazione comunale o contrapporsi alla qualificazione della CSA quale specifica struttura nel complesso dei servizi assistenziali ".
Come si vede, si tratta di un atto d'accusa preciso e netto. Ma c'è di più: "La Direzione Tecnica dovrebbe maggiormente considerare la professionalità del personale non assoggettandolo a mentalità centralistiche, imperative e tendenti ad escludere quei rapporti di collaborazione che costituiscono il primo fondamentale elemento capace di ottenere la piena operatività dei servizi".
E ancora, a proposito di queste responsabilità: mentre la relazione di maggioranza riferisce il giudizio del dott. Parolari, secondo cui "la dirigenza tecnica è un ostacolo grandissimo per le decisioni e le progettazioni della CSA ", che dice Previdi? Questo : "La dirigenza tecnica - per altro ben preparata - tendeva a prendere il sopravvento sulla dirigenza politica".
Tutto qui, ma più che sufficiente per capire le ragioni che lo portavano a cercare di evitare l'incontro col dott. Parolari. E dunque: "era possibile lasciare la presidenza di una commissione incaricata di conoscere i problemi e la realtà di una struttura come la CSA a chi ha lavorato per coprire le responsabilità di cui abbiamo riferito nella nostra relazione?" - ci dice un commissario. Tra l'altro, ci viene fatto notare come Previdi, vistosi isolato, abbia firmato un ordine del giorno, poi ritirato, con cui cercava di liquidare la stessa Commissione per le Politiche Sociali, reclamando tecnici esterni al Consiglio comunale per valutare la situazione interna della CSA.
Dunque, che conclusioni trame? Ha davvero senso parlare del siluramento di Previdi come di una operazione fatta per far tacere chi si colloca fuori dal coro magari a difesa dei deboli? Sì, se si vogliono fare giochini da politicanti; no se si vuole capire davvero.