Raccontare il femminicidio
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne 2023, rivolgiamo un appello alle redazioni delle testate giornalistiche italiane: “Disarmate il linguaggio, non uccidetele una seconda volta!”
Abbiamo imparato da Michela Murgia e da chi, come lei intellettuale e attivista, ci ha preceduto, che la parola non solo esprime la realtà ma è in grado di plasmarla. Desideriamo raccogliere tale eredità dedicandoci all'analisi delle narrazioni di femminicidi che compaiono sulla stampa.
Troppe volte la violenza contro le donne e il femminicidio vengono raccontati dai giornali italiani con un linguaggio sessista, ricalcando una mentalità patriarcale e antiquata che mette al centro di un resoconto empatico il carnefice e non la vittima. Troppi titoli sviliscono le donne vittime privandole della loro identità, non chiamandole per nome o rimuovendo le loro qualità, le loro professionalità o il loro ruolo nella società, descrivendole invece come proprietà degli uomini che ne hanno deciso della vita e della morte. Le donne uccise non hanno più voce: siamo e saremo noi la loro voce!
Alle redazioni delle testate giornalistiche italiane chiediamo l'uso responsabile del linguaggio. Chiediamo un cambio di mentalità nella narrazione stereotipata della violenza contro le donne e dei femminicidi. Chiediamo integrità e rigore deontologico: scrivere non per compiacere curiosità morbose e rincorrere i dati di gradimento, ma per accrescere la consapevolezza, contribuire a fare giustizia e a un cambiamento culturale non più procrastinabile.