Contraddizione
Fra novità confortanti e notizie deprimenti
La società sudtirolese è soddisfatta di sé stessa e alquanto ostile verso chi osa criticare o semplicemente uscire un po’ dai ruoli consueti. Non è più il tempo in cui poeti ed artisti finivano male e morivano giovani, emarginati e misconosciuti come Norbert Conrad Kaser, Willy Valier e tanti che hanno sofferto per l’emarginazione di cui sono stati vittime. Ora addirittura una giovane scrittrice scrive che Kaser “ha scritto 3 o 4 poesie e per il resto si è dato all’alcool”. Una tristezza per chi l’ha conosciuto di persona o per avere letto le sue belle poesie. Alexander Langer decise proprio al funerale del giovane poeta pusterese che era necessario fondare un movimento politico interetnico. Il bisogno o la curiosità o il benessere hanno portato tante persone nate qui a girare il mondo, nello spazio e nel tempo, e ci sono imprenditori, scienziati, scrittori, poeti, sportivi, insegnanti, giornalisti, cuochi e altro, donne e uomini, che hanno fatto esperienze importanti e allargato gli orizzonti, ma questo non riesce a scalfire la chiusura e il provincialismo. Poca cultura e molto denaro sono una coppia che non favorisce i dibattiti civili.
La prigionia a cui siamo stati sottoposti ha costretto o permesso di guardare dentro, all’interno dei nostri confini, nei poco meno di 7.400 kmq a disposizione di 530.000 abitanti (in assenza di turisti), e ha fatto emergere cose brutte e cose belle. Eccone alcune, che non si possono sintetizzare, ma che danno un qualche immagine di come siamo diventati.
Conoscere i fiori. In Sudtirolo i giovani hanno avuto il vantaggio di andare a scuola in presenza più che in altri luoghi. Nonostante l’arretratezza della digitalizzazione, molti insegnanti hanno trasformato in modo positivo la costrizione a fare scuola online. E qualcuno ha assunto iniziative per non interrompere tradizioni educative importanti. Le giardinerie, da 12 anni, nel mese di febbraio erano solite accogliere 2.500 scolaretti di 3° e 4° elementare: i bambini e le bambine non solo guardavano come lavorano i giardinieri, ma potevano anche sporcarsi le mani (letteralmente). L’obiettivo era di interessarli alla natura e a riconoscere le piante più note. In molte scuole l’iniziativa è diventata parte del programma. Non potendo proseguire la tradizione, quest’anno i giardinieri hanno deciso di ricambiare la visita. E hanno portato in tutte le classi che hanno aderito un piccolo “giardino scolastico”, un composto di verdure e fiori prodotti in regione, che verranno curati nelle aule, fino alla prossima visita.
Obiettori di Stato. “Staatsverweigerer”, (obiettori di Stato), sono persone che non riconoscono l’autorità del governo né l’esistenza dello Stato in cui vivono. In diversi comuni della provincia di Bolzano si sono presentati in municipio residenti che chiedevano di restituire la loro cittadinanza, tramite una dichiarazione di non appartenenza allo Stato. A Villandro un gruppo di persone, che si è denominato Illumina-Circle, (ha anche un sito internet) dice di voler trovare la propria vita nella natura. Per questo vendono i loro beni, anche la casa dove abitano, per vivere “senza legami”: non mandano i bambini a scuola e non pagano più le tasse. Walter Baumgartner, sindaco di Villandro e presidente del comprensorio dell’Alta Val d’Isarco, è preoccupato. Diverse persone di questo gruppo, quando si trovano in difficoltà, hanno cominciato a rivolgersi ai parenti per avere cibo. Il rischio è che diventino casi sociali e un peso per i servizi socio-sanitari. Il Commissariato del governo ha dato indicazione ai comuni di non accettare le dichiarazioni degli “obiettori dello Stato”. In Austria, dove gli Staatsverweigerer pare siano almeno 3.000, i vertici di questi gruppi che avevano invitato con numerose lettere i militari ad arrestare i politici, e preso varie altre iniziative anti-stato, sono stati condannati a pene molto severe. L’accusa più grave era di avere organizzato una sorta di processi contro sindaci, giudici e altri rappresentanti delle istituzioni. Le autorità austriache ritengono che molti aderenti siano vittime di un raggiro.
In Sudtirolo, il fenomeno è precedente alla pandemia, e per ora è marginale, ma è stato rafforzato dall’adesione di renitenti all’uso della mascherina e dai no-vax. I sindaci stanno discutendo fra di loro sul modo per affrontare questa situazione. Il sindaco di Villandro ha dichiarato di aver cercato di parlare con loro, ma gli “obiettori dello Stato” non accettano il dialogo.
Un parroco illuminato. Sulla bacheca delle informazioni ai parrocchiani, davanti alla grande chiesa barocca di Gries, dalla fine del ‘700 parte del medievale castello-abbazia dei benedettini svizzeri, è stata appesa da qualche giorno un cartello con una scritta circondata da un arcobaleno: “Hier wird jede/r gesegnet” (Da noi ognuno viene benedetto). L’arcobaleno indica che l’avviso riguarda le persone o meglio le coppie LGBT. A farla affiggere è stato il parroco, frate Ulrich Kössler, un bolzanino che ha seguito la sua vocazione, lasciando il posto di chirurgo pediatrico che aveva occupato dopo la laurea in medicina. Ha studiato teologia e poi preso i voti, e molte altre cose, ed è diventato da poco parroco della chiesa abbaziale. Una persona colta e aperta, che ha espresso in più occasioni la necessità per la Chiesa di essere più vicina al popolo. La sua iniziativa è un segnale forte contro la discriminazione di omosessuali e lesbiche, nel solco delle aperture di papa Bergoglio, e costituisce una voce rara fra i preti piuttosto conservatori della provincia. Questi ultimi rispettano il recente documento della Congregazione della Dottrina della fede, secondo la quale la benedizione si può dare solo ai singoli, ma non alle coppie, restringendo le intenzioni del papa: “Non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso”. Si tratterebbe, secondo il documento, di “una unione non ordinata al disegno del Creatore”. Ma chi li ha creati diversi, se non il creatore o la natura?
Arnold Tribus, direttore della Neue Südtiroler Tageszeitung, da sempre attento ai diritti civili, ha parlato di “doppia morale”, causa di allontanamento di molti omosessuali dalla Chiesa, ha lodato il giovane parroco di Gries per il suo coraggio e ha chiesto: “Ogni prete benedice abitazioni, negozi, motociclette e altri veicoli, mucche e vitelli. E persone che si amano non ha il permesso di benedirle”? Il parroco dice di sì. E il vescovo per ora, anche se avrebbe preferito non vedere quel cartello, non lo richiama.
Mamma Tirol. Esattamente all’opposto si pone l’episodio che riguarda l’ormai ex capo degli Schützen, Jürgen With Anderlan, che in un video postato sul sito dell’associazione “patriottica” il 31 dicembre 2020, girato in una cantina con candelabri d’argento, ceri dorati, manette, fieno e altri oggetti che danno al tutto un’atmosfera inquietante, canta un rap dai contenuti che hanno provocato, perfino fra i suoi camerati, numerose proteste. Nel video si indica nelle persone LGBT e nelle donne che non rispettano i modelli tradizionali la causa della decadenza della “patria tirolese”. La presidente della Commissione Pari Opportunità, Ulriche Oberhammer ha raccolto migliaia di firme su una petizione online contro il video del capo degli Schützen. Anderlan è stato così costretto a dimettersi. Ma è rimasta l’impressione che ciò sia avvenuto soprattutto per come ha condotto l’associazione degli Schützen, e meno per i contenuti del video. Lui ora, da libero cittadino, ha postato un altro rap, e ha attaccato personalmente Oberhammer, cercando adesioni a una petizione contro di lei.
Deputata. Renate Gebhard è deputata della Svp nel parlamento italiano. È assurta agli onori della cronaca, perché come componente della Commissione Affari Costituzionali ha preso un’iniziativa inedita per un/a parlamentare sudtirolese. Infatti è regola tradizionale che i deputati e i senatori della Svp si occupino esclusivamente degli interessi della Provincia di Bolzano e in particolare di quelli del loro elettorato. Invece la brava Gebhard ha presentato insieme ad alcuni colleghi un’interrogazione che riguarda una grave e incomprensibile decisione della Ministra dell’Interno riguardante la promozione a vicequestori di due poliziotti, condannati a suo tempo a una pena detentiva e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per ciò che avevano fatto nella caserma Diaz durante il G8 di Genova di 20 anni fa. Uno aveva messo una bomba, fingendo di scoprirne l’esistenza e dandone la colpa ai manifestanti che dormivano nella caserma e l’altro ne aveva confermato il ritrovamento. A quelle manifestazioni parteciparono anche parecchi sudtirolesi. Come si sa, l’Italia fu condannata per violenze, torture e umiliazioni inflitte a persone innocenti da parte delle forze dell’ordine (o in quel caso del disordine?). I due, appena finito il periodo di interdizione, hanno avuto una promozione speciale. E vergognosa. La risposta della ministra è evasiva e scansa le questioni poste da Gebhard. Però è un bel segnale che una deputata si occupi anche dell’interesse generale, come d’altronde prevede la Costituzione.
Furbi (i giornali italiani chiamano così evasori fiscali e altri profittatori, che altrove vengono chiamati in ben altro modo):
1. Il direttore del Comprensorio Sanitario di Bolzano ha fatto vaccinare sua moglie di 52 anni, dipendente provinciale, con Pfizer. “Si dovevano buttare via le dosi”. Perché non è stato richiamato qualche avente diritto che aveva rifiutato Astrazeneca? I caporioni della Sanità, che si sono vaccinati per primi per “dare l’esempio”, lo difendono. Badanti, commesse e altre lavoratrici e lavoratori a rischio aspettano.
2. Un albergo a 5 stelle dell’alta Val Passiria ha istituito al suo interno una “Medical Clinic”, per “esami preventivi”. Mentre gli altri hotel sono tutti chiusi, lì c’è il pienone di turisti tedeschi e italiani. La legge prevede che si può viaggiare per visite urgenti e cure inderogabili. Richiesto di spiegazioni, il proprietario ha risposto: non sono un medico, non compete a me giudicare se si tratta di cose urgenti. E inoltre, aggiunge, perché non si indaga su quel sudtirolese che è andato in bicicletta in Sardegna per fare una cura odontoiatrica? O sugli alberghi di Abano Terme? Smentisce di offrire vaccini ai suoi ospiti, ma conferma che non vede l’ora che ce ne siano a sufficienza per poterlo fare. Magari creando accanto alla “Clinic” una farmacia?
Per furbizia, il Sudtirolo è proprio Italia.