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Che pòri òmeni!

Fabio Tuiach non sa che Gesù era ebreo e Mirko Bisesti con la torta "osè"

Sono due episodi profondamente diversi, che però hanno in comune la capacità di lasciarci a mezza via fra un’indignazione ormai svalutata dall’eccessivo impiego e un definitivo, pericoloso scoramento.

Fabio Tuiach

La prima storia vede come protagonista un consigliere comunale di Trieste, chiamato come i colleghi a discutere la proposta della concessione a Liliana Segre della cittadinanza onoraria. Fabio Tuiach, già campione italiano dei pesi massimi di boxe, è stato eletto nella lista della Lega, dal cui gruppo l’hanno successivamente espulso per le sue opinioni troppo spinte (verso destra!) in tema di femminicidio. Approdato a Forza Nuova, stavolta è stato lui a uscirne poco dopo, non sappiamo se da destra o da sinistra. È dunque come membro del Gruppo misto che interviene, il 18 novembre, con un breve discorso che riportiamo integralmente, avvertendo che i frequenti puntini di sospensione non stanno a indicare delle parti da noi omesse, ma un borbottio senza significato dovuto alle difficoltà fonatorie dell’oratore. Del resto invitiamo i lettori ad ascoltarlo dal vivo: la registrazione, facilmente reperibile su Internet, è orribilmente suggestiva.

Sono un po’ confuso, mi ha un po’ confuso il fatto che da profonda… io da profondamente cattolico mi sono sentito un po’ offeso, perché (Liliana Segre, n.d.r.) ha detto che Gesù era ebreo e quindi non… per non… [farfuglia, incomprensibile] per me invece… il figlio di Dio… io… io… per me era Dio, per me era Dio e allora mi astengo. E non dico altro”.

Che dire? Anche noi non diciamo altro.

Mirko Bisesti

Meno delirante ma più squallida, a confronto, la seconda storia, quella arcinota della torta con su scritto “W la Lega – W la F…”, fotografata mentre ridenti la osservano (la torta) tre pezzi grossi della Lega: l’assessore Mirko Bisesti e i consiglieri provinciali Alessandro Savoi e Gianluca Cavada, quest’ultimo responsabile dell’inserimento in rete della foto.

Alle tante reazioni seguite alla pubblicazione dell’immagine sui giornali, la giustificazione di Bisesti e dei leghisti intervenuti nel dibattito online è quella di sempre: “Lasciamo che la gente si diverta come vuole”. “Sono a casa loro, e nel tempo libero fanno ciò che gli pare”. “Non potete togliere alla gente un pizzico di sana goliardia”.

E comunque, “Fazio e Littizzetto ogni domenica sera fanno la commedia con la iolanda e il walter, profumatamente pagati coi soldi pubblici. Perché non si grida allo scandalo?”.

Anche “Valentino Rossi sono anni che su caschi, tute ecc. riporta la scritta WLF e non ho sentito nessuna donna lamentarsi”.

Ma se invece di ‘W la f...’ la torta era guarnita da una foglia di marijuana, allora tutto andava bene”.

La verità è che i giornalisti progressisti si appigliano a tutto pur di sporcare e demonizzare il governo regionale voluto democraticamente dai cittadini trentini”.

Peccato – gli si replica – che né Valentino Rossi né la Littizzetto abbiano un ruolo istituzionale. Peccato che un evento privato inserito consapevolmente nella rete diventi per ciò stesso pubblico. Peccato vedere un giovane – e per di più assessore alla Cultura e all’Istruzione - coinvolto in una manifestazione, piccola quanto si vuole ma significativa, di mentalità antiquata, irrispettosa, immatura, patetica; e questo proprio nell’imminenza della giornata contro la violenza sulle donne, che ha visto vari discorsi ufficiali incentrati anche sull’importanza del linguaggio.

Quella foto – commenta Daniela Buffoni, presidente dell’associazione Docenti senza frontiere – “dimostra quanta strada c’è ancora da fare per educare i cittadini maschi ad una vera parità di genere”, e che quindi “togliere i progetti sulla parità di genere nelle scuole è stata un’idea folle, di chi non vuole leggere il contesto sociale nel quale viviamo” - un contesto in cui Savoi, presidente della Lega Nord Trentino, dà dei “culatoni” ai giornalisti che hanno riferito la notizia.

Tra un mese sarà Natale – conclude Buffoni – Per favore, dopo aver visto questa foto non distraiamoci, non ripartiamo con la solita diatriba presepe sì presepe no nelle scuole. Abbiamo altro da fare insieme per far crescere le nostre bambine e i nostri bambini nella serenità e nella pace”.

Fortunatamente, a ricrearci lo spirito, troviamo anche alcuni commenti ironici, tipicamente “sardineschi”: “Che bella festicciola, peccato non esserci stati; d’altra parte ero allo stadio ad insultare gli immigrati”.

Poi, ancor più incisivo: “Dalle fisionomie si direbbe che, a parte il giovin assessore, per alcuni l’evocazione augurale viene a compensare uno scarso contatto diretto”.

E infine, in estrema sintesi: “Che pòri òmeni!”.

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