Sì al monumento per Rostagno
Un uomo eclettico sempre coerente nella scelta di stare dalla parte dei più deboli
Il 26 settembre il presidente della Repubblica ha ricordato i 30 anni dell’assassinio di Mauro Rostagno. Mattarella l’ha ricordato come un uomo pieno di “passione civile”, una “voce libera” che lottava contro la mafia. Con questo le polemiche sulla figura di Rostagno dovrebbero finire. E invece no. In certi ambienti del provincialismo trentino lo si ricorda come “cattivo maestro”.
Rostagno ebbe molte vite e tutte le visse intensamente. Fu studente (brillante!) e leader studentesco a Trento, militante di Lotta Continua, viaggiatore in India, fondatore del centro culturale Macondo a Milano, ideatore della Comunità Saman in Sicilia, giornalista impegnato contro la mafia in Sicilia. Assassinato nel 1988 per la sua attività di denuncia pubblica contro la criminalità organizzata e la corruzione politica a Trapani.
Un uomo eclettico dunque, sempre curioso, a volte contraddittorio ma sempre coerente nella scelta di stare dalla parte dei deboli contro tutte le ingiustizie.
Trento meriterebbe di ricordarlo con un monumento. Facciamoci questo regalo. Non si tratterebbe soltanto di una memoria di Rostagno, ma di una vera opera d’arte, l’ultima progettata da Jannis Kounellis e “donata” agli amici di Rostagno e quindi alla città. Non ci saranno spese per l’amministrazione pubblica. Servirà un moto di orgoglio e di lungimiranza dei trentini. Perché con Rostagno si guarda al futuro e non al passato. Perché tutta la sua vita è stata rivolta al futuro.