Cime Tempestose, marzo 2016
Il buon pastore
“Questa qui, Monica Cirinnà, mi sembra un po’ la donna dell’Apocalisse, la Babilonia, che adesso brinda prosecco, alla vittoria. Signora, arriverà anche il funerale, stia tranquilla”.
(don Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, 3 febbraio)
Nemo propheta in patria
“Io ho scritto 130 canzoni con Mariano Apicella. Ma siccome sono state scritte da Silvio Berlusconi, non c’è una radio che le accetti. Sono meravigliose. Da quando non siamo più una democrazia non ne scrivo più”.
(Silvio Berlusconi a “Porta a porta”, 17 febbraio)
Kamasutra
“Io i figli li ho fatti guardando mia moglie in faccia. E non solo in faccia”.
(Antonio di Pietro, Radio 24, 6 febbraio)
Emergenze
“Mi meraviglio di come l’Italia si stia lasciando avvelenare dalle scie chimiche. Era un paese meraviglioso!”
(Tweet di Romina Power, 22 febbraio)
Replica di S. R.: “E delle sirene lasciate morire sulle coste? Ne vogliamo parlare?”
Replica di S. G.: “Taglia i capelli Romi’, sono troppo pesanti e ti va in corto il cervello”.
La politica come servizio
La vicenda delle firme irregolari nella presentazione delle liste per le ultime elezioni comunali a Trento si è appena conclusa con l’assoluzione di Claudio Cia e il patteggiamento di Giacomo Bezzi ed Emilio Giuliana, che dovranno pagare qualche migliaia di euro. Ma l’aspetto più interessante della storia è in realtà il suo contorno, che vale la pena di riassumere.
Tutto comincia con un esposto presentato da Aldo Rossi, vicecoordinatore regionale con delega ai Club di Forza Italia, che mette in dubbio la regolarità delle firme raccolte dal suo stesso partito. E già questo è bizzarro.
A questo punto si inserisce Luca Moser, primo dei non eletti di Progetto Trentino, che ricorre al TAR chiedendo l’annullamento delle elezioni, alle quali Forza Italia avrebbe partecipato illegittimamente. Quello che gli rode è che con quel partito messo fuori gioco, in Consiglio ci sarebbe entrato lui, al posto del forzista Cristian Zanetti. La mossa, quanto meno frettolosa, viene sconfessata dal suo stesso partito, e comunque il TAR rigetta la pretesa. Ma Moser non demorde, anzi, alza il tiro: chiede di costituirsi come parte civile nel procedimento penale nel frattempo avviato, avanzando la richiesta di un risarcimento di 86.000 euro, somma corrispondente a quanto avrebbe percepito se fosse diventato consigliere comunale. Ma anche questa gli va buca, e per poter dispiegare il suo afflato di impegno civile a favore della comunità Luca Moser dovrà aspettare la prossima legislatura. E noi con lui.